Valori vissuti come possibilità educativa
“L’adolescenza è un periodo di rapido e notevole cambiamento. Dai dodici ai diciassette anni, per esempio, un genitore può invecchiare anche di vent’anni”.
Recita così all’inizio di un suo libro ”Adolescemenze” edito da Edizioni scientifiche Magi, lo psicologo Lorenzo Recanatini. Istintivamente viene da sorridere a questa battuta di un “Anonimo” ma in realtà dovrebbe farci riflettere, e non poco, su quello che è un periodo importante della vita dei nostri ragazzi e che è stato, per qualcuno di recente, per altri di noi un po' di tempo fa, un periodo fondamentale per la crescita. Nel bene e nel male. Tendenzialmente siamo sempre pronti a giudicare in modo sbrigativo e negativamente i giovani ritenendoli non capaci di gestirsi, di prendere decisioni, di vivere il loro presente in un modo sano e di progettare il loro futuro. Come se non avessero capacità di pensiero e comunque sempre torto. In realtà molto spesso generalizziamo e mettiamo in atto dei giudizi per così dire preventivi perché non abbiamo voglia, né siamo disposti a dedicare loro del tempo per metterci in posizione di ascolto. Scopriremmo i loro pensieri, quanto sono creativi, quanti sogni hanno e sentiremmo anche le loro fatiche, i loro disagi, le loro angosce, normali in quella fase della vita. Non sono più bambini, e non sono ancora adulti. Giocano a scimmiottare questi ultimi magari iniziando a fumare sigarette, magari marijuana, a bere alcolici per poi tornare a fare i bambini, desiderosi di attenzioni, di accudimento da parte dei genitori. Da molti anni vado ripetendo, e fortunatamente non sono il solo, quanto fondamentali siano le relazioni affettive specie nell’ambito familiare. Noi genitori, noi adulti in genere, qualunque ruolo abbiamo nella famiglia e nella società abbiamo la responsabilità di essere, ci piaccia o no, dei punti di riferimento per i giovani. Ci osservano, ci guardano per ciò che facciamo, ci studiano e ci ascoltano per ciò che diciamo. E spesso sono pronti a ricordarcelo quello che abbiamo detto, in generale o a loro, se poi alle nostre parole non sono seguiti i fatti in modo coerente. C’è in gioco la nostra credibilità. Proprio questo ebbe a dirmi una bambina di dieci anni, in un corso che feci nella sua scuola elementare, nel parlare di suo padre: non è credibile! Al di là della loro età e al di là delle parole, comprendono bene l’aria che respirano in casa, a scuola, nei momenti che vivono con gli adulti. Sta a noi essere all’altezza del compito che ci siamo scelti: quello di essere genitori e quindi anche e soprattutto educatori dei nostri figli. Molto spesso nel parlare di giovani e rischio dipendenze, da sostanze o comportamentali, parlo di sistema immunitario valoriale. Ognuno di noi, adulto o giovane, durante il periodo invernale è a rischio per prendere la cosiddetta influenza stagionale. La differenza è data da un buon sistema immunitario che abbiamo per corredo biologico o perché magari conduciamo uno stile di vita sano e mettiamo attenzione alla nostra qualità di vita, oppure perché ci siamo vaccinati. Se siamo di esempio e se trasmettiamo loro valori e principi sani avremo che i nostri ragazzi, pur facendo esperienze trasgressive (normali a quell’età), avranno un sistema immunitario valoriale forte che molto probabilmente li proteggerà dal rischio di restarci dentro più o meno definitivamente in qualche dipendenza. Questo, forse, ci potrà far invecchiare meno di vent’anni durante la loro adolescenza.