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Crisi economica e lavorativa L’opzione green a Barcellona P.G.

In un contesto politico internazionale dove pare ci sia posto solo per due ideologie: il neoliberismo e il sovranismo, sembra che timidamente possano farsi strada altre sensibilità e concezioni economico-politiche sul futuro del pianeta. Una di queste sembra essere quella verde: basata su un’assoluta priorità data alle scelte energetiche a favore delle fonti rinnovabili e orientata a produrre cibo con il minore spreco di energie e sfruttamento dell’ambiente.

Viste da Barcellona Pozzo di Gotto queste discussioni sembrano lontanissime ma così non è. Quando, il 27 settembre 2014, un incendio alla raffineria di Milazzo provocò grande paura nella popolazione di tutto il comprensorio le autorità pensarono bene di minimizzare l’accaduto e chiudere prima possibile l’imbarazzante situazione, capace di mettere in evidenza i rischi insiti nell’avere degli importanti insediamenti industriali in mezzo a un territorio densamente popolato. L’incidente tra l’altro ebbe un effetto contenuto sull’impianto industriale grazie all’intervento tempestivo e oculato dei locali vigili del fuoco. Gli stessi che con i loro vertici provinciali molto tempo prima avevano denunciato il mancato adeguamento strutturale della raffineria secondo le direttive del Comitato Tecnico Regionale (come ho ampiamente descritto nel mio Lasciar morire, Mimesis, 2016). In quell’occasione, a sollevare il velo sull’ipocrisia delle istituzioni chiamate a controllare ed intervenire, non furono solo le solite associazioni locali ambientaliste e per la difesa della salute, ma anche un piccolo imprenditore locale. Si trattava di Sebastiano Genovese titolare dell’azienda nata nel 2012 “La zappa e il lombrico” con sede produttiva a Terme Vigliatore e punto vendita nel centro di Barcellona Pozzo di Gotto in Via Regina Margherita. Sebastiano, laureato in scienze politiche a Messina e con un master in marketing internazionale conseguito tra Milano, Nottingham e Barcelona di Spagna, ha lavorato per aziende come Ford, Toyota e Nacco occupandosi di customer care, sviluppo rete e marketing prodotto. L’azienda “La zappa e il lombrico”, nata grazie a un bando europeo di insediamento in agricoltura, si occupa della produzione e commercializzazione di prodotti agricoli biologici certificati. Quando nell’autunno del 2014 si verificò l’incendio ad un grande serbatoio della raffineria lui sospese subito la distribuzione dei suoi prodotti biologici e aspettò per giorni notizie sulla qualità dell’aria e quindi delle ricadute sulla qualità delle sue produzioni. Non avendo alcuna notizia in tal senso dalle autorità competenti denunciò pubblicamente la cosa e solo dopo aver fatto a sue spese approfondite analisi dei terreni e sui prodotti decise di riprendere l’attività, solo dopo diverse settimane dall’accaduto.

Sebastiano è tra i fondatori dell’associazione antiracket di Barcellona Pozzo di Gotto “Liberi tutti” e lo stesso quando qualche politico locale nel 2018 propose l’idea di sacrificare una parte importante dei terreni agricoli di Terme Vigliatore di contrada Maceo per l’ennesima ASI (area di sviluppo industriale) denunciò subito l’ennesima svendita e cementificazione del territorio in nome di interessi di pochi. Ecco secondo me la storia del piccolo imprenditore Sebastiano Genovese, che oggi con i suoi prodotti a chilometro zero e bio soddisfa una nicchia di mercato di prodotti naturali di alta qualità,è un esempio per tanti altri giovani del territorio. E’ una persona che ha studiato e ha fatto anche importanti esperienze di lavoro fuori dalla sua terra e poi ha hai deciso di tornare e investire – aiutato oltre che dalla famiglia anche dalle tanto vituperate istituzioni comunitarie europee – nella terra dove è nato ed è cresciuto. Sebastiano non solo si è impegnato e ha rischiato in prima persona nel far nascere un’azienda capace di produrre e creare lavoro per sé e per altri, ma ha saputo anche alzare la voce (rimettendoci in tutti i sensi in prima persona) quando la sua idea di produzione green veniva messa a rischio, per un sistema fallimentare di controlli degli impianti industriali e per le solite corse al cemento e a ormai vetuste politiche di industrializzazione forzata.

 
 
 

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Creato da Filippo Maniscalco

Gestito Antonino Cicero

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