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Un cammino di fede


Quella domenica di maggio sarà difficile da dimenticare. Noi bambini indossavamo tutti un abito bianco e una croce sul petto, la chiesa era piena di fiori e la gente tutta elegante, si respirava un’aria diversa, allegra, un’aria di festa. Quella mattina, ero talmente impaziente ed entusiasta da svegliarmi molto presto, penso sia stato lo stesso per i miei compagni di catechesi, con i quali ho condiviso una delle tappe più importanti del nostro cammino di fede: la Prima Comunione. Ora, questo giorno tanto atteso è arrivato anche per un gruppo di fanciulli che, in queste due ultime domeniche di maggio, hanno potuto sperimentare questa gioia così grande dell’incontro con Cristo. Non avrei mai pensato che ad accompagnarli in questo percorso di fede, ci potessi essere anch’io. Quando mi hanno proposto di entrare nel gruppo dei catechisti, era l’estate del 2016 ed avevo concluso da poco la maturità. Non so se ero davvero pronta a prendermi questa responsabilità, avevo ancora molto da imparare, ma sapevo di non essere sola; sapevo infatti, di avere accanto fantastici compagni di squadra, come Louis, anche lui alle prime armi come me, e Gabriele che, con più esperienza, è stato la nostra guida. Abbiamo, così, imparato a conoscere i bambini uno ad uno, settimana dopo settimana. Sembravano molto timidi all’inizio, ma, a poco a poco, si è creato un bel legame di fiducia e confidenza. Si sono mostrati molto curiosi, con un’infinità di domande da porgerci e tanta voglia di scoprire ed imparare. Come abbiamo ripetuto più volte ai bambini, l’ora della catechesi non era una lezione di scuola, noi non eravamo i loro maestri e nessuno li avrebbe giudicati sulle loro capacità, ma eravamo, tutti insieme, compagni di un emozionante viaggio per conoscere meglio Dio, e noi tre saremmo stati dei semplici accompagnatori pronti a partire con loro. Le cose da mettere in valigia non erano molte e non pesavano, bastava infatti, un po’ di amore, un po’ di pazienza ed il giusto entusiasmo e poteva così iniziare questa nostra “avventura”. In quell’ora settimanale, noi catechisti ci mettevamo in gioco, ognuno con le proprie potenzialità, cercando di usare le parole più adatte, esempi, racconti, anche con canzoni e vari giochi, per rendere più coinvolgente ed allo stesso tempo più produttivo quel momento, rafforzando, nel frattempo, valori come l’amicizia. Abbiamo condiviso molte esperienze e vissuto insieme piccoli momenti di solidarietà, come la visita ai malati, ma anche momenti più forti, come quello penitenziale, in cui dopo una giornata intensa, tra giochi, svago ed il pranzare tutti quanti insieme, i bambini hanno imparato a conoscere un Dio misericordioso, buono, sempre pronto ad accoglierli. Credo che il compito di un catechista sia quello di trasmettere la testimonianza d’Amore che Dio ha dato e dà ogni giorno a ciascuno di noi, ed il modo più semplice, è attraverso azioni, piccoli gesti, condivisioni, attraverso l’essere disponibile e sempre pronti all’ascolto, guardando il mondo intorno a noi con più umiltà; tuttavia, penso, che i veri gesti di umiltà, siano proprio i bambini ad insegnarceli. Il regalo più bello è sicuramente il loro sorriso, il loro abbraccio inaspettato e la loro fiducia in te. Sono passati così tre anni, e mi auguro, che questo cammino di fede non si concluda qui, ma che il dono ricevuto del Sacramento dell’Eucarestia, sia un modo per comprendere meglio l’immenso amore di Dio ed arricchire, giorno dopo giorno, il loro bagaglio di fede per continuare questo meraviglioso “viaggio”, nella speranza che il ricordo della gioia vissuta in questa grande giornata di festa, incida il loro cuore, come ha fatto con me.


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