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Dieci anni a guida della Chiesa diocesana


L’arcivescovo Giovanni Marra ha guidato la nostra Chiesa diocesana per dieci anni. Nominato il 17 maggio 1997, entra nell’ arcidiocesi il successivo 21 giugno per rimanervi fino al 6 gennaio 2007. Calabrese d’ origine, di Cinquefrondi, si è formato inizialmente nel seminario della sua diocesi, per poi proseguire gli studi a Roma, dove ha vissuto la quasi totalità della sua vita. Carattere mite e forte, coraggioso e pieno di Dio, rispettoso e corretto, interessato al bene della Chiesa, caldo in umanità ed autorevole nel governo pastorale. Il suo temperamento formatosi nella sana famiglia dal timbro meridionale – col sole nel cuore e il cielo nello sguardo – lo ha portato a donarsi con abnegazione noncurante del sacrificio, a saper stare con tutti, dialogare e rispettare ciascuno nella chiara consapevolezza del suo essere pastore.Messina ha ricevuto molto dalla sua umanità, dalla sua saggezza pastorale e dal ministero episcopale speso per questa Chiesa. Durante gli anni della sua presenza, l’arcidiocesi ha vissuto una nuova stagione con il rinnovamento degli organismi e delle strutture ecclesiali e scelte accompagnate da ascolto e discernimento. Ha ordinato ben trentotto sacerdoti. Ha trasmesso grande sensibilità per l’evangelizzazione e la promozione umana, vissuta nell’impegno costante di attenzione al territorio attraverso la scelta dei parroci, la dedicazione di nuove chiese, la prossimità dinanzi a situazioni di degrado. Come non ricordare la visita a luoghi disagiati come il Tirone e la via Crucis nella zona di Maregrosso! A tutto ciò si aggiunge la vicinanza ai lavoratori e a quanti il lavoro lo hanno perso, stando insieme a loro nella condivisione della prova e nel cercare possibili soluzioni. Portare speranza è il filo d’oro testimoniato nelle parole, negli atteggiamenti e nelle scelte pastorali di mons. Marra. La visita pastorale è stata caratterizzata dal portare speranza, declinando questa virtù anche in ambiti sociali quali pubbliche amministrazioni e aziende del territorio. Un ulteriore segno che ha caratterizzato il decennio del suo episcopato è stato l’annuale incontro con le autorità in occasione degli auguri natalizi, occasione di preghiera e riflessione con quanti chiamati ad esercitare un ruolo di governo nella cosa pubblica.

La Chiesa messinese, con l’arcivescovo Giovanni Marra, ha aperto ancor di più se stessa ad un progressivo percorso di rinvigorimento della sua identità e della sua vocazione di Chiesa-comunione con lo stile missionario. Sul solco tracciato dagli orientamenti pastorali dell’arcivescovo mons. Ignazio Cannavò, “Da una pastorale di conservazione ad una pastorale missionaria”, si innestano i documenti del suo magistero, che oggi continuano ad essere attuali. Nel 1997 richiama con forza l’impegno e la vocazione della parrocchia con “A partire dalla Parrocchia”, focalizzando il suo radicamento nel territorio che la rende luogo privilegiato di conversione pastorale.

La parrocchia ripensa se stessa per annunciare a tutti il Vangelo e investe su nuovi operatori pastorali. Con voce profetica indica l’urgenza di uscire fuori dal tempio, anticipazione di quanto Papa Francesco dirà invitandoci ad essere Chiesa in uscita. Concetto ripreso in “Gli corse incontro” nel 1998, con l’immagine del “paese lontano”che prende le distanze da una visione di lavoro pastorale dedito solo alla conservazione e punta sulla formazione cristiana. Il concetto espresso è successivamente completato nel 2003 con il documento “Alla sorgente zampillante per rinnovare la parrocchia”. Usando l’immagine del “pozzo”, mostra la parrocchia luogo di incontro e di ascolto, precorrendo le forti sollecitazioni di Evangeli Gaudium.

Nel ministero apostolico e nell’umanità dell’arcivescovo Giovanni Marra, profezia e progettualità si sono costantemente incrociate e vicendevolmente illuminate, tanto da stigmatizzarsi nel fascino della pagina evangelica riecheggiata in ogni parrocchia, al termine della visita pastorale: gettare le reti e prendere il largo. Le reti sono state gettate nel cuore del popolo santo di questa Chiesa e particolarmente di quanti lo hanno collaborato, imparando dalla sua paternità. Ora mons. Marra continua ad essere qui, nella cattedrale che ha ulteriormente impreziosito, vegliando e pregando per la sua gente ed esercitando, in modo trasfigurato, il suo ruolo di pastore.

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