Il discepolo evangelizzatore
La risposta di Gesù al Battista che aveva inviato messaggeri per sapere se fosse lui o un altro il Messia, fu che Giovanni doveva modificare le sue attese perché il Cristo di Dio è diverso da quello atteso dall'uomo (Lc 7,19).
Il profilo del Messia che Gesù incarnerà verrà tratteggiato dall'evangelista Luca all'interno della grande cornice del suo viaggio a Gerusalemme. Egli sarà rifiutato da tutti, dai Samaritani come dai Giudei, e non compreso dai discepoli perché rivela il volto piccolo, povero, umile e umiliato di un Messia che non porta il fuoco che brucia e annienta i nemici, ma quello dello Spirito d'Amore che tutti ama e perdona. Evangelizzare e parlare di Dio non è mai stato semplice e mai lo sarà.
In questo nessuno può ergersi a maestro, e chi assume tale comportamento finisce sempre per predicare a vuoto, se non arreca fastidi a chi lo ascolta o addirittura danni.
Un pericolo sempre presente nella bimillenaria storia della Chiesa, e che sembrava ormai superato ma che è ancora presente, è quello di confondere l'evangelizzazione con il proselitismo. Evangelizzare significa testimoniare, con la vita e con le parole, Gesù morto e risorto. E' lui che cambia i cuori e attira a sé, non certamente i nostri artifici pastorali, per quanto sofisticati. Proprio per questo “la Chiesa cresce per l'attrazione della testimonianza e non per proselitismo” (Benedetto XVI) mentre “il proselitismo è la caricatura dell'evangelizzazione” (Papa Francesco).
Evangelizzare non significa cercare nuovi adepti, ma essere talmente fedeli al Vangelo, talmente trasparenti, da lasciar intravedere nella nostra vita il volto d'amore e di misericordia di Gesù, e questo anche se la scelta di seguire il Signore ci condurrà inevitabilmente, sulle sue orme, a Gerusalemme. Di fronte al suo volto "indurito" (Lc 9,51) verso la Città Santa siamo chiamati anche noi come ogni discepolo, a discernere "di che spirito siamo" (Lc 9,55). Siamo come lui saldi nell'amore, oppure chiusi nella nostra“sklerokardia”? Siamo veramente immersi nel suo Spirito che ci fa liberi, o è un altro lo spirito che ci guida e che ci rende schiavi? Il vero discepolo è colui che riconosce nel volto povero, umile e umiliato di Gesù, il volto amante del Padre, e opera secondo il suo Spirito di misericordia.