Raccontare la forza dei progetti che seminano Pace
La giornata del 7 giugno, voluta dal Movimento cittadino “restiamo umani” con il grande impegno della comunità di Sant’Egidio”, ha fatto si che in un luogo simbolo per la cultura della cittadina di Barcellona Pozzo di Gotto come l’Auditorium S. Vito, si potesse realizzare questo incontro semplice con persone speciali, per raccontare che l’accoglienza è una realtà di estrema bellezza, poiché stimola il soggetto civile a collaborazioni, attenzioni, a sensibilità, meramente Umani! La città ha incontrato Giovanni Maiolo del RECOSOL, referente di progetti e per la cooperazione internazionale, referente per i Comuni Solidali in Italia, pubblicista e scrittore, che da anni si occupa di cooperazione internazionale per i paesi in via di Sviluppo, di integrazione inserimento e sviluppo nel tessuto Italiano. Il dott. Maiolo ha rappresentato dati, eventi progetti Ministeriali sviluppati, vissuti, realizzati che nulla hanno a che fare con le paure dell’odierna politica. “Prima gli italiani”, qualcuno dice…, quali quelli che vivono nelle città come fantasmi? Quelli che sono relegati nei quartieri ghetto? Tutti gli Italiani che vivono confinati in quartieri dormitori, dove lo Stato è assente, gli Italiani di Librino, di Scampia, di Tor Bella Monaca, delle Vallette di Torino, lo Zen, di Brancaccio, dove la marginalità è un fatto, a cui non si è mai voluta dare una risposta. Certamente prima gli Italiani. E quali sono? Quelli che sono nati in Italia, che hanno frequentato e frequentano le nostre scuole? Che rappresentano l’Italia nello sport maschile e femminile? Quali Italiani? È una domanda priva di risposta? L’Italia è cambiata da un po', prima ancora l’Europa, prima ancora il mondo? Il mondo è abitato da uomini e donne? Non da colori diversi? È giusto che vi siano leggi e condizioni che riconoscano la dignità degli uomini e delle donne del nostro tempo. Ciò che ha rappresentato Giovanni Maiolo è una disanima sulla capacità dell’Italiano di progettare per fare del mondo una casa comune è straordinaria, lo è fatto e lo si continua a fare. Nella Falsaci, moderatrice dell’incontro, dopo aver rappresentato l’efficacia dei corridoi umanitari promossi e seguiti dalla comunità di sant’Egidio, passa la parola alla dott.ssa Alessia Barberi, coordinatrice dello SPRAR di Gioiosa Ionica (RC), che ospita, in media 75 richiedenti Asilo. Cosa ci ha raccontato la Barberi? Nulla di nuovo che già non conoscessimo, ma il sentircelo dire ci fa bene. Chi parte è spinto non per il mito de “l’Ulissismo”, ma per necessità, l’accenno alla permanenza disumana in Libia, i casi di stupro, di abuso, di violenza di ogni sorta. Certo l’immigrazione così com’è stato e sarà porta personalità sane proponenti, ricche di buone volontà, porta anche persone avvezze alla criminalità. Qualcosa che conosciamo tutti e fin troppo bene: un tempo noi meridionali eravamo gli esportatori di mafia. Eppure siamo stati noi con i nostri nonni a fare grande gli Stati Uniti d’America, il Canada, l’Argentina, per non dire le miniere del Belgio, le industre pesanti della Germania. Gioiosa Ionica ha vissuto un processo di integrazione, di crescita, non indifferente, lì è cambiato una prospettiva di un paese. Lo SPRAR ha vissuto uno spazio importante poiché tutta la comunità ha vissuto uno spazio d’integrazione ciò ha comportato un cambio di prospettiva. Alla fine del dibattito in video conferenza Nella Introduce Mimmo Lucano, ex Sindaco di Riace, ormai alla ribalta delle cronache nazionali. Mimmo Lucano, un uomo, semplice, che ci racconta la sua esperienza di un amministratore che ha creduto nella forza dell’integrazione, della rinascita di un paese, del ripopolamento di un paese come Riace, che oggi vive un processo ed un linciaggio mediatico da parte di alcune frange politiche non indifferenti. Lo stesso ci ha rappresentato i limiti e i pregi della cultura dell’accoglienza e dell’integrazione e della coesione sociale. Un Paese democratico e liberale non può avere paura dell’Altro. Ieri era il terrone, oggi è il migrante, domani a chi toccherà?
L’incontro si conclude con l’amarezza di scoprire che in fondo, il blaterato Decreto Sicurezza, a firma di Matteo Salvini, non lo conosce nessuno. Lesivo per molti punti e incostituzionale, l’Italia e l’Italiano ha bisogno di un sano equilibrio sociale, certamente non di faziosi incitamenti all’odio, alla creazione di mostri sociali, di fobie. Il riappropriarci di una lettura critica ed attenta come cittadini di ciò che accade attorno a noi è necessario ed urgente.