Più Vangelo, meno vuota chiacchiera politica
Da qualche tempo ormai, e questo è un dato consolidato, aumenta nel nostro Paese la disaffezione verso la Chiesa e le sue "istituzioni". Ciò che però fa più riflettere è che persino tra i cristiani della domenica, cioè tra coloro che continuano a frequentare la celebrazione dell'Eucarestia e che sono parte attiva delle comunità parrocchiali prevalgono modi di pensare e di agire che sono in netto contrasto con il Vangelo: in poche parole il Papa e i preti non vengono più ascoltati in buona parte nemmeno da quelli che sono i più vicini. Il clima generale che si respira è un clima pesante di attacco continuo e costante a chi prova a dire parole diverse rispetto a quelle che ormai dilagano nei palazzi istituzionali, nei comizi, nelle piazze, sui social, chi prova a dire che non si può costruire un futuro sull'odio, sull'egoismo, sull'esclusione viene apostrofato letteralmente come nemico della Nazione.
In questi mesi diverse volte e a più livelli anche la Chiesa ha provato a dire la sua, affermando come non ci si può professare cristiani - sventolando anche rosari - e poi mettere in atto azioni che sono palesemente contro la Buona Novella di Gesù Cristo. Viene attaccato il Papa per le sue parole e i suoi appelli costanti e vengono attaccati i tanti sacerdoti che predicano l'accoglienza e il rispetto per qualsiasi persona, di qualsiasi etnia e di qualsiasi religione. La risposta più ricorrente dei “benpensanti” del momento a tutte queste parole e a tutte le azioni "controcorrente" degli uomini di Chiesa é: "pensino a pregare, a dire Messa e a praticare il Vangelo".
Solo chi non sa quel che dice può pensare che la Chiesa, a più livelli, non faccia già tutto questo. Il Vangelo non si predica soltanto ma si pratica ogni giorno è solo chi non vuol vedere non si rende conto di quanto preti, suore e laici facciano ogni giorno, in mezzo a innumerevoli prove e disagi per i più deboli e i più poveri in Italia e all'estero. Dai Paesi dell'Africa all'India, dal Medio Oriente alle Regioni dell'America Latina, in queste località sono le opere degli uomini di Chiesa da decenni a gestire scuole e ospedali, a dare assistenza ad anziani e ammalati e a sfamare la popolazione.
E in casa nostra la situazione non è diversa: sono le parrocchie - attraverso l'opera di consacrati, laici e associazioni - dei centri urbani e delle periferie ad accogliere e soccorrere, ad educare e a farsi prossime a quanti sono nel bisogno e nell'indigenza. Non è questo vero annuncio del Vangelo? Se si riuscisse a recuperare un maggior sguardo critico sulla realtà delle cose - anche da parte di chi si professa cristiano e si accosta alla mensa della Parola e del Pane Eucaristico - senza lasciarsi influenzare troppo da slogan e tweet sarebbe un gran passo in avanti! I tempi per la Chiesa sono parecchio difficili, gli scandali non mancano e di certo non aiutano; il Papa è costantemente sotto l’attacco anche di club di ecclesiastici che senz’altro non hanno a cuore le sorti della barca di Pietro ma tutto questo non deve fermare gli uomini di buona volontà nel compiere il bene, nell’annunciare con le parola e con le opere l’Evangelo “accendendo il fuoco sulla terra” (cfr. Lc 12,49) e nel continuare ad attuare, anche nel silenzio e nel nascondimento, il comandamento dell’amore consapevoli del fatto che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce.