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Quale Dio? Gesù: il volto rivelato di Dio

“Diciamo tranquillamente di Dio cose che non ci permetteremmo di dire di nessuna persona decente” (A. De Mello).In un momento storico in cui abbondano idoli e divinità di ogni genere e per tutti i gusti e necessità, ritengo opportuno ribadire, se pur in estrema sintesi, quale Dio ci ha annunciato e manifestato, più di duemila anni fa, quell'oscuro operaio che va sotto il nome di Gesù di Nazareth. Il tema di Dio, così come è comunemente percepito, è una questione che viene da sempre gestita dalle istituzioni religiose. Spesso perciò, quello che giunge alla gente, è quanto sull'argomento hanno scritto e pensato i filosofi, i teologi e gli uomini di religione in generale. Noi che crediamo in Gesù, il Messia, il Figlio di Dio, dovremmo ben sapere che tutto ciò che riteniamo di conoscere di Dio, va sempre esaminato e confrontato con quello che Gesù ha detto e fatto durante la sua vita terrena. Per definizione, Dio è il Trascendente, colui cioè che "trascende" tutto quanto noi possiamo raggiungere e comprendere con le nostre capacità, soprattutto se teniamo conto che si tratta di raggiungere e comprendere l'indicibile mistero che chiamiamo Dio, poiché una realtà che, per definizione, è inarrivabile e incomprensibile, mai può entrare in una mente umana. Pertanto, se per comprendere Dio incominciamo da Dio stesso, saremo sempre destinati al fallimento. Se, tuttavia, noi cristiani siamo in grado di balbettare qualcosa su Dio, lo dobbiamo al fatto che Dio stesso si è rivelato nell'umanità, si è comunicato a noi, ci ha spiegato chi è e come è fatto.

Per cominciare perciò ad essere chiari su Dio e che cosa rappresenta per noi, è necessario tenere conto di tutto questo: mai noi possiamo avere come punto di partenza l'analisi o la ricerca di quella che è l'essenza di Dio, i suoi attributi, le sue qualità, i suoi titoli, i suoi poteri. Già il popolo ebraico aveva ben compreso come non è possibile per l'uomo conoscere chi è e com'è fatto Dio (cf.Es 33,20). Nessuno a questo mondo può avere una conoscenza adeguata, completa ed esaustiva di Dio, poiché ogni conoscenza umana su di Lui, compreso tutto quello che Gesù ha proposto, è inevitabilmente limitata e incompleta. Proprio per questo motivo oggi non è possibile parlare della conoscenza di Dio affermando: “Noi siamo coloro che possediamo la verità perché la conosciamo, noi soli sappiamo chi è Dio e gli altri sono nell'errore”. Di ciò la necessità di un mediatore, che è stato Gesù, che ci dia a conoscere chi è Dio. Non abbiamo altro modo di conoscerlo se non attraverso la mediazione di Gesù di Nazareth. In lui, il divino si è fuso con l'umano; in Gesù, Dio ha manifestato sé stesso, s'è dato a conoscere agli uomini, si è loro comunicato. In questo senso - a ragione - Karl Rahner ha scritto: “L'essenziale che il N.T. insegna circa gli attributi di Dio non è, dunque, una dottrina astratta sull'essenza metafisica di Dio, bensì un messaggio sul volto concreto e personale che egli manifesta agli uomini”(Theos nel NT, Ed. Paoline). E ancora, non è possibile comprendere il Dio di Gesù nemmeno in semplice continuità col Dio dell'A.T. , meno che mai a partire dall'idea generale di Dio che ci fornisce la religione o la filosofia. A tal proposito il Vangelo di Giovanni afferma con molta chiarezza che “Dio, nessuno l'ha mai visto. L'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, lui ne ha fatto l'esegesi” Gv 1,18). Cosa che appare ancora più evidente nella risposta che Gesù dà all'apostolo Filippo che gli domandava di poter vedere com'era fatto il Padre. La risposta è che Dio lo si può vedere, lo si può conoscere, se ne può fare esperienza solo attraverso la conoscenza di Gesù. Perciò “non è Gesù ad essere come Dio, ma è Dio che è come Gesù” (cit.). Dio allora lo scopriamo, non attraverso teorie o dottrine, bensì considerando quella che è stata l'esistenza concreta di Gesù, la sua persona, il suo vissuto, il suo stile di vita. In conclusione, Gesù di Nazareth è colui che ci rivela il vero volto di Dio, e ciò significa che quello che di Dio possiamo vedere o conoscere lo apprendiamo solo nell'umanità di Gesù, nella sua vita e nella sua storia di uomo concreto e determinato. Dio, per rivelarsi, si fa uomo come noi, non sceglie la potenza, la forza e la gloria dei dominatori di questo mondo, ma rivela sé stesso come Sarx = Carne, cioè come fragilità e debolezza estreme. Non sceglie di essere un uomo qualsiasi per darsi a conoscere, ma un povero, un uomo marginale, una persona malvista e disprezzata. Quello che è stato Gesù di Nazareth.

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