Dipendenza dai social
Internet è la connessione e la comunicazione tra reti locali di computer e banche dati che rende disponibile agli utenti informazioni di qualunque tipo. Potremmo fermarci a questa semplice definizione di Wikipedia, ma credo che sia doveroso definire meglio ciò che ci circonda in maniera più professionale e concreta. Internet è un luogo in cui gli esseri umani possono agire ed interagire, quindi, comunicare in modi piuttosto curiosi: a volte i suoi effetti sembrano decisamente positivi, altre volte online facciamo cose che non faremmo mai in altre circostanze e delle quali ci possiamo poi pentire.
Allo stesso tempo si tratta di un ambiente che possiamo modificare e plasmare, in meglio o in peggio. Internet dà un potere agli utenti. Non è una semplice tecnologia elementare, ma si tratta di una tecnologia importante che spesso sottovalutiamo. Infatti, è consigliabile restare sempre aggiornati su tutte le clausole che accettiamo usando apps o siti web. Dietro a questi aggiornamenti vi possono essere delle clausole vessatorie, quindi rischiamo di accettare qualcosa che intacca la nostra privacy. Internet ci permette di avere una seconda vita, attraverso i Social Network, creando nuovi profili o e-mail.
Alle volte tra questi profili ritroviamo account fake (falsi). Qui si configurerebbe la sostituzione di persona che il codice penale punisce con la reclusione fino a un anno (art. 494 c.p.). Riprendendo il discorso sugli account le persone che nella vita reale tendono ad adattare il proprio comportamento alle situazioni sociali regolano attentamente la loro presentazione in modo da apparire più amabili e socialmente accettabili, talvolta alterando anche la realtà. In questi social network siamo pieni di amici, ma sostanzialmente rimaniamo soli. Potrebbe sembrare una frase fatta, tuttavia concretamente è così. Cercando sul web ho provato a fare degli esperimenti sociali, infatti, è tangibile che ad esempio una ragazza che cerco su un social per il 95% non risponde e fa la preziosa come se avesse la giornata piena di impegni o se risponde sembra quasi che mi faccia un favore. E così banalmente mi faccio un’idea probabilmente sbagliata. Bisogna aggiungere che oggi la società va così veloce che non ci prendiamo il tempo per pensare o per capire realmente com’è quella persona che sta lì di fronte a noi. Ci facciamo già una prima idea (credo completamente errata) vedendo il profilo social, le foto o se mette emoticon oppure no. Da una faccina possiamo capire se quell’utente ha una qualche emozione. Ad esempio: se davanti ad una discussione accesa metto una faccina arrabbiata e una triste, così faccio capire al mio interlocutore che sono in qualche modo disgustato da queste discussioni e che magari il suo modo di pensare è da stupidi idioti con la mentalità chiusa, ma in realtà non è così, magari, avevo messo quella faccina per far capire al mio interlocutore che mi dispiace che la nostra discussione stia degenerando e che stia in qualche modo fraintendendo. Internet ci fa vedere o tutto bianco o tutto nero e spesso ci ritroviamo in uno spazio di grigi e non di colori. Infatti, spesso ci ritroviamo racchiusi in una bolla trasparente dove ci piace vivere. Sapete il perché? Perché dentro a quella bolla c’é tutto quello che piace alla nostra persona e non quello che non ci piace. Non ci permette di fare un confronto con un modo di pensare diverso dal nostro. Ad esempio Facebook non ci fa vedere come la pensano tutti i nostri tremila amici, ma ci fa vedere sempre i soliti amici che la pensano come noi, che postano sempre le stesse foto con i soliti buon giorno e buonanotte. Ecco qui che nasce la dipendenza del piacere ed ecco il perché ci rifugiamo dentro a internet, come se fosse la nostra casa, come se fosse la nostra droga perché non è altro che una goduria pazzesca trovare il nostro account pieno di like o di commenti positivi.