Informazione e fake news
E’ fuor di dubbio che i nuovi mezzi di comunicazione di massa abbiano velocizzato lo scambio di conoscenza ed informazione, ma, sempre più spesso che in passato, è in agguato il pericolo della “falsa informazione” o, con espressione oggi notissima, delle “fake news”. Procurasi le notizie è senz’altro facilissimo: twitter, facebook ed instagram sono strumenti eccezionali in tal senso, consentendo agli addetti ai lavori di non dover fare troppa strada per andare “a caccia di notizie”. Il problema ha due facce: quella che guarda alla deontologia professionale dei giornalisti (o di chi si spaccia come tale) e quello della nostra (ridotta) capacità critica nel leggere le notizie che ci vengono proposte. Il primo punto rimanda al fascino del mestiere del vecchio giornalista che va a scovare la notizia, la verifica, la approfondisce per essere certo di non costruire castelli in aria: è un discorso lungo che racconta (e ricorda a chi lo ha vissuto direttamente) di telefonate concitate (al telefono fisso o da quello a gettoni) che si rincorrono anche nei momenti più impensati, di corse all’ospedale o alle caserme di polizia e carabinieri (perché la notizia, si sa, ha sempre vita breve ed è più bravo chi la scova prima) per cercare conferme o smentite, per capire dalla voce dei diretti interessati la dinamica del fatto, per cogliere anche il lato umano (più o meno doloroso) che si può celare dietro un episodio di cronaca. Archeologia…
La seconda faccia del problema è quella che crea l’humus adatto al proliferare delle false notizie (e anche delle notizie riciclate): un ridotto spirito critico, indotto dalla superficialità e velocità di fruizione della notizia stessa, o la mancata consapevolezza del lettore che non pensa a controllare la fonte né a confrontare fonti diverse, animato da una profonda fiducia in chi scrive. Il lettore frettoloso e poco aduso all’indagine critica del testo che ha di fronte (di qualunque tipo esso sia) diventa non solo facile vittima delle distorsioni della realtà e delle fake, ma anche accanito divulgatore, diventando egli stesso parte del sistema di disinformazione strumentale.
Ora, tenendo conto che il più delle volte, chi costruisce false notizie lo fa consapevolmente (a meno che non ci troviamo di fronte ad un bontempone che scopiazza, ad un burlone che inganna il tempo o ad servo di partito), molto più accorto dovrebbe essere il lettore che non voglia essere strumentalizzato, perché se una sana informazione è funzionale al buon funzionamento della cosa pubblica e alla crescita dei cittadini, la disinformazione è funzionale allo smantellamento della società civile.
Non è solo un problema che coinvolge i giovani, sicuramente meno avvezzi alla lettura e all’esercizio della logica e della critica: anche molti adulti, poco avvezzi al nuovo sistema di informazione, sono ancora convinti che, come un tempo, solo ciò che è attendibile e fondato sia degno di essere divulgato e ciò li porta ad essere più “indulgenti” ed ingenui.