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Una visita Prospettive nuove

Una visita di cortesia al nuovo dirigente dell’istituto comprensivo “Nino Pino Balotta” mi ha dato la possibilità di uno sguardo, seppure fugace, ad una realtà scolastica della primaria ricadente nel territorio parrocchiale e quindi ha suscitato in me qualche interrogativo e qualche riflessione.

Gli ambienti sono lindi e ben tenuti, luminosi, attrezzati con strumenti audio, video, informatici per una didattica integrata, le pareti decorate con disegni ed illustrazioni varie, i banchi disposti in modalità diverse nelle aule, ma lo sguardo è attirato subito dai volti dei ragazzini che già nei tratti somatici riconosco come provenienti da paesi, culture, tradizioni religiose molteplici. M’interrogo: da quali famiglie provengono, quali case abitano, di che cosa vivono, che lingua parlano con i loro familiari, quali frequentazioni hanno, con chi e come giocano, come si trovano a Barcellona P. G., in Sicilia, e chi si accorge di loro?


Riconosco alcuni dei bambini incontrati al Grest, alla catechesi, per strada: ad occhio, una minoranza in un gruppo classe plurale e a me sconosciuto. Immagino il complesso compito che giornalmente devono affrontare gli insegnanti per favorire la comunicazione, l’apprendimento, e promuovere processi educativi di inclusione, di integrazione, di amalgama socio-culturale in un tessuto che si sfalda e senza più identità.

Questi piccoli sono chiamati a diventare “cittadini” italiani ben oltre il fallito, altrove, melting pot, a partire da una Pozzo di Gotto in profondo mutamento.

Credo che la comunità parrocchiale dovrebbe aprire gli occhi, interrogarsi sul nuovo contesto socio-ambientale in cui vive, discernere quali percorsi sono possibili per annunciare Cristo e chiamare alla vita di fede i nativi ed i nuovi arrivati nella famiglia dei figli di Dio.

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