Il Vescovo scrive La vita cristiana in diocesi
“Tutti chiamati alla testimonianza cristiana". È intitolata così la lettera che l'Arcivescovo, Giovanni Accolla, indirizza a tutti noi per orientare il nostro cammino pastorale 2019/2020, con la grazia dello Spirito Santo. La lettera, un libretto di 21 pagine, è frutto di un percorso sinodale che ha visto coinvolti gli operatori pastorali dell'Arcidiocesi. Essa ci offre delle linee guida attenzionando soprattutto la dimensione vocazionale e missionaria.
L' immagine di copertina del libretto, l'icona "L'unzione di Betania" di Marko Rupnik, fa da sfondo al contenuto della lettera. Essa raffigura il passo del vangelo di Marco, in cui una donna, mentre Gesù era a mensa a casa di un lebbroso, versa sul suo capo l'unguento di nardo. Questo gesto anticipa l'unzione per la sepoltura e quindi richiama il mistero della morte e risurrezione di Gesù. Quando noi siamo stati battezzati siamo stati segnati col sacro crisma, l'olio che ci dà appartenenza a Cristo e la dignità di figli di Dio. Per questo dovremmo cercare innanzitutto di riscoprire la nostra chiamata come figli di Dio e metterci poi in missione perché quel vaso si ruppe e il profumo di nardo si sparse per tutta la casa e noi quel profumo, quello che siamo, il nostro cuore, la nostra vocazione, dobbiamo distribuirla agli altri. "Ungiamo sporcandoci le mani, toccando le ferite, i peccati, le angustie della gente" (Papa Francesco, omelia alla messa Crismale). Essere profumo di comunione, di carità, della preghiera, dell'accoglienza, del perdono, della speranza, della verità. Un profumo che tutti devono sentire, nessuno escluso. Ma come espandere questa fragranza? Per espandere il buon profumo di Cristo non possiamo improvvisare. Bisogna entrare nel silenzio del proprio cuore e fare spazio alla voce di Dio, per apprendere la Sua volontà. La chiamata è un dono di Dio e per goderne bisogna rischiare. L'Arcivescovo, nella lettera, ci indica la testimonianza di due grandi testimoni della pastorale vocazionale nella nostra terra.
Da Sant'Annibale possiamo apprendere l'esigenza della preghiera per le vocazioni e l'arte della "preghiera per i buoni operai".
Da Don Pino Puglisi apprendiamo che "nella parrocchia tutta la pastorale dovrebbe essere attraversata dalla linea vocazionale, insieme a quella missionaria: tutti chiamati, tutti mandati! (...) Se tutta la pastorale parrocchiale è impostata in chiave vocazionale sarà ovvio che alcuni giovani si chiederanno: «Il Signore che cosa vuole che io faccia?». Anche la nostra chiesa locale vuole scommettere sui giovani, che rappresentano il nostro futuro carico di speranza. Come annunciare loro l'amore del Padre? Essi hanno bisogno di attenzione, di percepire quello sguardo tenero del Padre, di sentirsi amati, accettati, presi per mano. Hanno bisogno di qualcuno che li ascolti, che ne comprenda le ispirazioni e i sogni. Qualcuno che stimi e valorizzi i loro talenti facendoli essere protagonisti.
Un altro tema importante che viene trattato dall'Arcivescovo è l'iniziazione Cristiana in stile catecumenale. La situazione che stiamo vivendo, con fanciulli che dopo l'Eucaristia non continuano il loro percorso di catechesi, giovani che richiedono il sacramento della Cresima maggiormente per sposarsi e non come desiderio del cuore di confermare la propria fede, ci porta ad interrogarci e ad esigere un rinnovamento del processo dell'Iniziazione Cristiana, ovvero un cammino per "diventare cristiani" che coinvolge soprattutto le famiglie, diffuso nel tempo e scandito dall'ascolto della Parola, dalla celebrazione dei Sacramenti, dall'esercizio della carità e dalla testimonianza. L'Iniziazione Cristiana non può ridursi all'ora di catechesi settimanale, né avere un'impostazione di tipo scolastico e non puo' essere ridotta al solo scopo di ricevere un sacramento. Si pensa quindi ad una catechesi in stile catecumenale da attuare nel futuro prossimo, con incontri di formazione per gli operatori pastorali già stabiliti in questo Anno Pastorale.
Per promuovere la vita spirituale dei fedeli, l'Arcivescovo propone di dar vita a centri d'irradiazione spirituale dove vi è Adorazione Eucaristica quotidiana, Lectio Divina, possibilità di accedere al sacramento della Riconciliazione e di celebrare in forma comunitaria la Liturgia delle Ore. L'Arcivescovo desidera che ogni chiesa parrocchiale possa essere "la fontana del villaggio a cui tutti ricorrono per estinguere la loro sete". Giovanni XXIII