Beati quelli che ascoltano Una “Domenica della Parola”
Il cristiano non può fare a meno dell’ascolto e del contatto continuo con la Parola perché da questo nasce e si alimenta la sua fede. Egli nella celebrazione eucaristica si nutre alla doppia mensa della Parola e dell’Eucaristia e da entrambe, in egual misura, attinge forza ed energia. Nel corso dei secoli i cattolici rispetto ai protestanti hanno manifestato una particolare venerazione al Pane Eucaristico tralasciando la cura per il nutrimento della Parola; il Concilio Vaticano II nel suo intenso processo di rinnovamento della vita ecclesiale, con la costituzione dogmatica Dei Verbum ha richiamato tutti i credenti (pastori e laici) ad impegnarsi a raggiungere un’intelligenza sempre più profonda delle Sacre Scritture mediante una lettura spirituale assidua ed uno studio accurato. “L’ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo” (S. Girolamo).
La Parola ha un grande valore nell’esistenza del cristiano, essa è criterio di giudizio per discernere il bene e perseguirlo, è fonte inesauribile a cui attingere per dissetarsi nel deserto delle nostre sterili ed affannate esistenze, è pioggia che irriga i terreni più aridi e li rende fertili. Anche Papa Francesco, spirito creativo ed innovatore, attraverso i suoi dialoghi estemporanei, le sue paterne esortazioni ma anche attraverso i documenti che con grande generosità indirizza al Popolo di Dio, non cessa di richiamarci ad un ascolto intenso della Parola del Signore contenuta nelle Sacre Scritture. Il 30 settembre 2019, giorno in cui si fa memoria di San Girolamo, a cui dobbiamo la traduzione in latino della Bibbia, ci ha donato un’esortazione apostolica dal titolo Aperuit illis con cui viene istituita nella terza domenica del tempo ordinario la domenica della Parola. L’intento pastorale del pontefice è ricordare il legame profondo che esiste tra ascolto della Parola e fede, porre attenzione al mistero che si vive nella celebrazione domenicale quando viene proclamata la Parola di Dio e richiamare all’urgente necessità di acquisire familiarità con le Sacre Scritture nella vita quotidiana. La scelta della terza domenica è significativa perché è proprio la centralità della Parola che può favorire il fraterno dialogo con gli ebrei e l’unità tra i cattolici e le altre confessioni cristiane. Papa Francesco afferma decisamente che la Bibbia non può essere patrimonio di pochi privilegiati, essa appartiene al Popolo convocato per ascoltarla e spetta ai pastori il compito di spiegarla in modo tale che tutti possano comprenderla. Dedicare tempo e preghiera alla Sacra Scrittura permette che essa venga accolta “non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio” (1Ts 2,13). Noi siamo viandanti, spesso scoraggiati, senza speranza e stanchi proprio come i discepoli di Emmaus. Gesù, l’Esegeta per eccellenza aperuit illis “aprì loro la mente per comprendere le Scritture”(Lc 24,45). Anche nella nostra parrocchia si avverte la necessità di addentrarsi di più nel tesoro antico e sempre attuale delle Scritture per trovare quella ricchezza che la Parola di Dio può portare nell’esistenza di ogni persona. Quella Parola infatti ha un valore perenne e dà senso al vivere, al dolore, al morire di ognuno. Nei tempi forti dell’anno liturgico ci si incontra, con la guida del parroco, per porsi in ascolto di Dio che ci parla attraverso la Lectio; altre volte con il diacono si “spezza” la Parola nelle famiglie disponibili ad aprire le loro case e i loro cuori. “Abbiamo bisogno di entrare in confidenza costante con la Sacra Scrittura, altrimenti il cuore resta freddo e gli occhi rimangono chiusi, colpiti come siamo da innumerevoli forme di cecità” (papa Francesco).