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Il fuoco sotto la cenere

Eppur sempre piacevole trascorrere le serate d’inverno al calduccio del caminetto tra lo scoppiettìo delle fiamme della legna ed i piccoli bagliori di luce, ed è bello che, a tarda notte o al mattino, sotto la cenere si trovi ancora qualche traccia del fuoco.

La cenere mentre copre, custodisce ancora il fuoco: un’immagine che può generare fiducia nell’ambito della vita cristiana.


La stagione ecclesiale che viviamo sembra un accumulo di cenere, una coltre, di esperienze plurisecolari a partire dagli inizi dell’età moderna fino al presente, nei vari paesi europei, in Italia, nel nostro piccolo microcosmo.

E la cenere è segno di distruzione, di morte, della fragilità e della caducità dell’uomo: “Ricordati uomo che sei polvere e che in polvere ritornerai”. L’itinerario quaresimale parte dalla cenere, ma si compie col fuoco vivo della veglia pasquale. La quaresima è tempo perciò per ridestare il fuoco che residua dimenticato sotto la cenere di una rassegnata e spenta vita da cristiani, da discepoli del Signore. La preghiera, il digiuno, l’elemosina, cardini del discorso della montagna nel Vangelo secondo Matteo, sono anche gli elementi caratterizzanti la quaresima come possibilità di riscoperta del battesimo e di un risveglio della fede, gioiosa opportunità per una vita piena di Dio. Questa triade, praticata e vissuta, ci viene suggerita con forza da un padre della chiesa, Pietro Crisologo: “Ciò per cui la preghiera bussa, lo ottiene il digiuno, lo riceve la misericordia. Queste tre cose, preghiera, digiuno, misericordia, sono una cosa sola, e ricevono vita l'una dall'altra. Il digiuno è l'anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno. Nessuno le divida, perché non riescono a stare separate. Colui che ne ha solamente una o non le ha tutte e tre insieme, non ha niente. Perciò chi prega, digiuni. Chi digiuna abbia misericordia.

Chi nel domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi gli rivolge domanda.

Chi vuol trovare aperto verso di sé il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo supplica”. Il percorso è tracciato, si tratta "Ora di percorrerlo nel deserto delle nostre esistenze, nel raccolto silenzio delle nostre coscienze, laddove Dio si rivela all’uomo che lo cerca.

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