Il nuovo Messale Romano
È ormai prossimo l’arrivo, a vent’anni dall’uscita dell’edizione tipica latina, della III edizione italiana del Messale Romano, tradotto, riveduto e approvato dalla CEI, che molto ha fatto discutere nei mesi passati per alcuni cambiamenti annunciati, certamente fra questi maggior clamore ha suscitato la nuova traduzione del Padre nostro dal “non indurci in tentazione” al “e non abbandonarci alla tentazione”. Ma questa, seppur la più vistosa e discussa novità, non è di certo l’unica, ve ne sono molte altre che cercherò di illustrare brevemente, senza entrare nel merito di questioni più tecniche di traduzione che meriterebbero una trattazione più approfondita. Bisogna premettere che fonte primaria per la liturgia è la Sacra Scrittura, pertanto, alla luce della nuova traduzione CEI della Bibbia del 2008, anche il Messale è stato ritradotto interamente, da cima a fondo, così quella traduzione che già da diversi anni sentiamo proclamare nelle nostre liturgie, entra a far parte anche del Messale, così è stato anche per il Gloria, che muta da “e pace in terra agli uomini di buona volontà” a “agli uomini amati dal Signore”. Anche le preghiere eucaristiche sono state ritradotte e qualche termine è stato cambiato per una più piena rispondenza al testo latino, ad esempio, nella preghiera II “santifica questi dono con l’effusione del tuo Spirito” diviene “con la rugiada del tuo Spirito”, dove l’originale latino diceva: “rore tui Spiritus”, letteralmente: rugiada. Rilevante e, a parer mio, molto azzeccata, risulta la nuova traduzione della formula che accompagna l’ostensione delle specie eucaristiche dopo la frazione, prima della comunione dei fedeli, si passa da “Beati gli invitati alla cena del Signore, ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo” a “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell’Agnello.” Questo corregge, a livello grammaticale, la correlazione fra le due frasi che risultavano sconnesse fra loro e corrisponde maggiormente all’originale latino.
Oltre alle novità che interessano le traduzioni vi sono anche delle aggiunte di formulari eucologici, in particolare sono stati aggiunti due formulari di Messa vespertina nella vigilia per le solennità dell’Epifania e dell’Ascensione del Signore; è stata meglio strutturata la forma della Veglia di Pentecoste; aggiunti alcuni prefazi di nuova composizione come quello per i santi dottori, o per i santi pastori; inoltre, nel periodo di Quaresima, sono state reinserite le «orationes super populum» antichissime preghiere di benedizione sul popolo per affrontare i combattimenti spirituali, facoltative nei giorni feriali, obbligatorie nelle Domeniche.
È stato naturalmente aggiornato anche il santorale con i nuovi santi proclamati negli ultimi anni e aggiunti i formulari di Messa votiva alla Divina Misericordia e a Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote. Mutazioni hanno subito anche le rubriche che divengono più chiare e complete, attingendo quanto mancava al Caeremoniale Episcoporum, ultimo dei libri liturgici ad essere stato rivisto dalla riforma del Vaticano II e non ancora tradotto in italiano. Le rubriche più dettagliate permettono una migliore comprensione delle azioni e dai gesti da compiere da parte del celebrante, dei ministri e dei fedeli e un migliore svolgimento delle azioni sacre. Ad esempio si precisa che, posto l’incenso nel turibolo, il celebrante lo benedice, senza dire nulla, con un segno di croce, o, l’alzarsi del popolo all’offertorio, alle parole: Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio… Un’ultima considerazione va fatta sull’OGMR, le premesse del Messale, utile strumento per la conoscenza personale e la catechesi sul rito della Messa, anch’esse ritradotte, aggiornate e arricchite.