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Catechesi in tempo di Covid 19

Sono proprio drammatici i tempi che stiamo vivendo! Dalla sera alla mattina ciò che mai avevamo immaginato è accaduto. Kovid 19, un virus-killer che in questo tempo sospeso abbiamo imparato a conoscere e temere, che può aggredire ed uccidere soprattutto i soggetti più deboli, ci ha attaccato costringendoci alla ritirata, alla solitudine, imponendo la chiusura di scuole, fabbriche, uffici, negozi, mercati, centri commerciali, chiese. Negati viaggi, vacanze, passeggiate, baci, abbracci, strette di mano. La vita frenetica a cui eravamo abituati improvvisamente si è spenta. Le famiglie si sono ritrovate chiuse in casa, lontane dagli affetti più cari, a fare i conti con le problematiche di sempre e con il lavoro da casa (per chi ha potuto conservarlo), le lezioni a distanza dei figli, gli aggiornamenti continui dei contagi e dei bollettini di morte ma anche con tanti incoraggianti e diffusi esempi di solidarietà e di altruismo. Anche le celebrazioni liturgiche sono andate in black out e la Quaresima e la Pasqua 2020 rimarranno nel registro dei ricordi più tristi anche nella storia della nostra Parrocchia. È vero che le chiese sono rimaste aperte per dare la possibilità a chi usciva per la spesa o per andare in farmacia, di passare per una preghiera ma in verità pochi sono stati i fedeli che si sono spinti a farlo. Le file d’attesa per l’ingresso si sono registrate solo nei supermercati, nelle farmacie, nelle banche e negli uffici postali.

Le Messe, comprese le celebrazioni del Triduo pasquale, sono state celebrate a porte chiuse e i sacerdoti si sono ritrovati ad elevare la loro preghiera eucaristica davanti a desolati banchi vuoti, occupati a distanza di sicurezza da alcuni sparuti, fortunati collaboratori a cui era stato affidato il servizio liturgico. Sospese le visite agli ammalati rimasti senza il conforto del Pane Eucaristico, vietate le esequie in chiesa con concorso di popolo, vietati gli assembramenti e le amate, secolari tradizioni quaresimali e pasquali del popolo cristiano. E la catechesi con i fanciulli, i ragazzi, i giovani, i cresimandi, i nubendi, le famiglie? E i Sacramenti? Tutto sospeso. Le relazioni comunitarie sono state curate a distanza attraverso i mezzi che la tecnologia mette oggi a disposizione. I catechisti sono rimasti in contatto attraverso i vari gruppi WhatsApp, incoraggiando attraverso semplici messaggi, inviando schemi di preghiera da utilizzare per la lode e il ringraziamento a tavola o negli angoli di preghiera che in molti hanno realizzato nelle case; video e canzoncine, schede e lavoretti. Quanti “Ci mancate” e quanti “Andrà tutto bene” ci siamo scambiati con le famiglie! Ciò che tuttavia io credo sia stato significativo ed abbia avuto il valore di annuncio e di invito alla speranza sono stati soprattutto dei video inviati a tutta la Comunità parrocchiale attraverso i più comuni Social. Essi sono stati registrati in chiesa, il luogo dell’incontro e del far festa nel giorno del Signore della comunità che è solo fisicamente e momentaneamente assente. In chiesa, domenica dopo domenica, sia in quaresima che nel tempo pasquale, è stata curata con dedizione e amorevolezza la bellezza dei segni liturgici. Da lì, attraverso questi video sapientemente girati e montati, la voce del parroco e di vari operatori pastorali, visi familiari nella comunità ecclesiale, è entrata nelle case, nelle piccole chiese domestiche ed ha fatto risuonare la Parola del Signore che è capace di illuminare anche i momenti bui della vita personale e comunitaria. Certo, è evidente che questi sono stati dei semplici, piccoli semi di speranza in attesa del ritorno alla normalità; niente di paragonabile alla catechesi vera e propria che è fatta di relazioni, di sguardi che si incrociano, di mani che si tendono, dello stare insieme nello stesso luogo. La catechesi vera è infatti dinamismo, è incontro che può accadere là dove due o tre sono riuniti nel Suo Nome. Il ritrovarci di nuovo e al più presto come Comunità e nella Comunità è infatti ciò che più attendiamo e speriamo, ciò per cui ardentemente preghiamo.

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