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Il tempo della Chiesa domestica

Per tutto il tempo liturgico della Pasqua - i cinquanta giorni che uniscono la domenica di Risurrezione alla solennità di Pentecoste - nell’ascoltare la Parola di Dio siamo condotti con insistenza, ogni anno, a porre la nostra attenzione e il nostro sguardo ad uno dei libri del Nuovo Testamento: gli “Atti degli Apostoli”. Questo libro ci presenta come sia nata e si sia sviluppata, intorno agli apostoli, la prima comunità dei credenti, ci racconta cioè i primi passi che la Chiesa ha iniziato a muovere nei solchi della storia. “Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere”: ecco su cosa si fondava e si alimentava la fede nel Cristo morto e risorto dei cristiani e tutto questo, almeno nei primi tempi, avveniva non pubblicamente o in assemblea ma all’interno delle case e nelle famiglie.


Le nostre comunità hanno celebrato quest’anno buona parte della Quaresima, i riti della settimana Santa e la Pasqua in una maniera e in una forma del tutto insolita : è da circa due mesi che le nostre chiese non vedono riunirsi i cristiani per celebrare insieme l’Eucarestia a causa della pandemia e non si sa bene ancora quando sarà possibile riprendere regolarmente la vita delle comunità. Tutto questo certamente pesa, crea smarrimento e sconforto oltre che preoccupazione anche per come si ricomincerà dopo questo tempo a dare testimonianza del Signore Gesù nell’annuncio della Parola, nella liturgia e nelle opere di carità e questo perché è e resta vero il “Sine dominico non possumus”: senza il ritrovarsi insieme come popolo radunato nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo per la celebrazione dell’Eucarestia nella domenica, giorno del Signore, non può esistere né alimentarsi la Chiesa. Quella Parola che stiamo ascoltando in questi giorni, quel fare memoria, nel racconto degli Atti degli Apostoli, di come si accresceva la fede all’interno delle mura domestiche agli albori della cristianità ci può aiutare a vivere con uno sguardo diverso questo tempo di “pausa” dall’Eucarestia domenicale per poterne - speriamo presto - tornare poi a gustare la bellezza e la grazia. Il ritrovarsi nell’intimità delle proprie case per pregare insieme, per partecipare insieme dalla tv o dai social alle celebrazioni in diretta, per fare insieme memoria - come nei giorni scorsi attorno alla tavola - della passione, della morte e della risurrezione del Signore è segno concreto di come è davvero possibile, con piccoli gesti, alimentare e tenere accesa la fiammella della fede all’interno della Chiesa domestica, ossia della famiglia.

Quando torneremo a vivere comunitariamente la nostra fede, nelle assemblee domenicali, non dimentichiamoci di questi momenti di grazia vissuti in casa ma custodiamoli con cura e rinnoviamoli con costanza avendo nel cuore la matura consapevolezza - perché lo si è sperimentato nelle ore più difficili e più buie di questi mesi - che il Signore é con noi e cammina con noi ed è a partire da chi abbiamo quotidianamente accanto, in famiglia, e nei piccoli gesti che possiamo incontrarlo e riconoscerlo per poi sì poterlo annunciare agli altri.

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