Accoglie tutti. Le scosse telluriche di cui “il tempio” ha bisogno
Nonostante gli “Osanna" (trad. ebraico: “Orsù, salvaci!”) le folle, così come Pietro, non ne vogliono sapere di un Messia sconfitto e vogliono condurre Gesù sulla strada del trionfo e del successo. È il Figlio di Davide che cercano (l'uomo crudele e sanguinario che “non lasciava in vita né uomo né donna”)
(1Sam 27,9.11) non il Figlio di Dio, è il regno di Israele che vogliono restaurare, mentre Gesù è venuto ad annunciare e inaugurare il Regno di Dio (At 1,3-6). Il popolo in realtà non attendeva di essere liberato, ma solo di passare da un padrone all'altro, da un dominio pagano ad uno giudaico. Il Cristo liberatore, che scioglie da ogni forma di dominio, fa paura ed è inaccettabile. Per questo l'evangelista Matteo scrive che, entrato Gesù in Gerusalemme, “tutta la città fu scossa e disse: chi è costui?” (Mt 21,10), utilizzando il verbo greco “seio", adoperato nei "Settanta", la versione greca della Bibbia, per i movimenti tellurici. Hanno ragione da vendere gli abitanti di Gerusalemme ad essere scossi per la presenza di Gesù, perché il suo ingresso nella Città Santa ha avuto l'effetto di un vero e proprio sisma. Infatti “entrato Gesù nel tempio, scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano” (Mt 21,12). Matteo ci tiene a sottolineare che “tutti” (pàntas) furono scacciati, quelli che vendevano e quelli che compravano, impedendo così di fatto il culto che verteva principalmente sui sacrifici degli animali. L'intenzione di Gesù non è quella di purificare il tempio, ma di abolirlo, perché Dio non ha bisogno di alcun sacrificio “come se avesse bisogno di qualcosa” (At 17,25), ma è Lui stesso che si offre e dà la vita per il bene degli uomini. Gesù non tollera che l'amore gratuito del Padre venga fatto oggetto di commercio, per questo dopo aver cacciato tutti, si rivolge ai venditori di colombe e li rimprovera: “E disse loro: è scritto: "la mia casa sarà chiamata casa di preghiera" voi invece ne fate una spelonca di ladri” (Mt 21,13). Nei Vangeli la colomba è il simbolo dell'Amore (lo Spirito) di Dio, e l'amore non può essere né venduto né comprato, ma solo generosamente comunicato (Mt 10,8). Con il suo gesto Gesù non solo ha reso inutile e inefficace il culto nel Tempio, ma ha reso possibile l'accesso al Padre a coloro che ne erano esclusi. Nel Tempio, infatti, norme rigide separavano le persone fra di loro: i pagani dai giudei, gli uomini dalle donne, il popolo dai sacerdoti; e regole severissime impedivano l'accesso al sacro recinto di chiunque si trovasse in stato di impurità. Con Gesù non occorre purificarsi per avvicinarsi a Dio, ma è la sua accoglienza che purifica l'uomo. La prima conseguenza del gesto compiuto dal Signore è che ciechi e zoppi, cui era severamente vietato l'accesso al tempio (cfr 2 Sam 5,8), con Gesù, possono avvicinarsi a Dio, e la loro sarà l'unica guarigione che egli compirà a Gerusalemme (Mt 21,14). Gesù non rifiuta nessuno, ma accoglie tutti, soprattutto coloro che sono emarginati dalla religione. Ma un Messia che comanda di amare i nemici invece di ucciderli, che non vuole essere servito, ma servire e che per di più elimina il tempio, fulcro vitale degli interessi e dell'economia di Israele, non solo è inutile, ma anche dannoso. Gli stessi che lo avevano accolto al grido di “Osanna!” lo rifiuteranno gridando “Sia crocifisso!” (Mt 27,22).
di Santino Coppolino
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