Accolgo te - Il patto coniuga
L’incontro con le coppie di nubendi nei corsi pre-matrimoniali è da molti anni un appuntamento per me importante perché ho la possibilità di dialogare con loro e ascoltarli sul progetto di vita che stanno mettendo in cantiere. Si cerca, in questi incontri, di mettere a fuoco quali sono gli elementi, a mio modo di vedere fondamentali, per far funzionare al meglio un rapporto di coppia che poi diventerà un rapporto ancora più ampio e più bello, con l’arrivo dei figli che il buon Dio vorrà loro donare.
Un primo elemento è il modo di comunicare che dovrebbe essere assertivo, devo cioè permettermi, nel dialogare con l’altra metà, di essere il più chiaro e trasparente possibile nel parlare dei miei bisogni ma al contempo essere disponibile ad ascoltare i bisogni dell’altro. Troppo spesso la comunicazione nei rapporti di coppia e all’interno delle famiglie è basata sull’uso del potere in cui uno dei due comanda e usa un linguaggio forte e duro e l’altro lo subisce passivamente oppure entra in contrasto e da lì nasce anche, purtroppo, l’uso della violenza, che non è solo verbale ma anche fisica e che porta, le cronache quotidiane sono piene, al femminicidio e in qualche caso anche all’uccisione dei propri stessi figli.
Se invece c’è una reale e onesta chiarezza nel modo di comunicare il rapporto di coppia prima e della famiglia dopo, allargandolo ai figli, “crescerà” in un modo sano e costruttivo nel rispetto reciproco avendo come base anche l’ascolto. Qesta modalità diventerà patrimonio comune ai vari componenti della famiglia e si ridurrà il rischio di conflitti e di conflitti non risolti.
Ecco un secondo elemento importante: l’ascoltarsi, l’ascoltarsi con empatia. Significa non solo essere lì, presente, guardando negli occhi chi sta parlando, ma andare oltre le parole che l’altro ci sta dicendo e cogliere le sue emozioni, i suoi sentimenti che sottendono a quelle parole. A volte non abbiamo la “risposta esatta” da dare all’altro per aiutarlo, ma già l’essere lì, insieme, in posizione di ascolto può essere utile e funzionale a far star meglio l’altro.
Un altro elemento importante, specialmente in questa fase del loro percorso di vita di coppia che nasce e cresce, è la narrazione, il raccontare la propria storia personale, i propri sogni, i propri obiettivi di vita e la propria storia familiare. Ognuno della coppia, nell’incontro con l’altro, si porta dietro le esperienze passate, i ricordi, gli oggetti, le sensazioni, le credenze, le ferite, le usanze proprie e della propria famiglia di appartenenza. In qualche modo la coppia che si forma non può prescindere da queste storie, personali e familiari, che vanno accolte con rispetto e magari, rivisitandole in base ai propri modi di vedere, portarli nel bagaglio di coppia. Il rapporto con le proprie famiglie di appartenenza è un altro elemento importante per una coppia che nasce, cresce e che vuole trovare il proprio modo di stare al meglio insieme. È necessario saper rivedere le distanze, il che non vuol dire, allontanarle e farle fuori dalla propria vita, tutt’altro! Vuol dire fare in modo che anche i propri familiari comprendano, se non lo hanno già fatto loro di per sé, che è fondamentale per una crescita sana della giovane coppia, evitare intromissioni, più o meno a gamba tesa, nelle scelte, nei modi di vivere, nei principi e nei valori che hanno messo insieme. Importante è, per le famiglie di appartenenza, dichiarare la propria disponibilità ad esserci, magari sempre e comunque, quando i due giovani lo riterranno importante e chiederanno loro consiglio o aiuto.
Chiaramente vale anche il contrario.
Tutti questi elementi, con l’aggiunta dell’amore, basilare, e con la fiducia, la stima, il sostegno reciproco, la condivisione, la protezione e il dare sicurezza all’altro e ai figli che verranno, costituiscono le basi per un matrimonio solido e possibilmente duraturo. Il tutto è definibile come il prendersi cura l’un l’altro reciprocamente. Troppo spesso, purtroppo, mi è capitato di vedere coppie che fanno fatica a prendersi cura l’uno dell’altro e provare a capire il perché non stiano funzionando e preferiscono interrompere il loro rapporto senza neanche provarci a recuperare un dialogo e un confronto onesto e magari riscoprire i sentimenti e tutto ciò che li ha portati ad essere coppia nel matrimonio davanti a Dio e che hanno perso di vista. L’invito è, che se tutto questo o una parte non dovesse esserci e quindi il rapporto di coppia non funzionasse al meglio, darsi la possibilità di rivolgersi al proprio Padre Spirituale, alle proprie famiglie per chiedere conforto e aiuto, o ad uno psicoterapeuta per una consulenza o una terapia di coppia. Ma quest’ultima possibilità è tutta un’altra storia.
di Giovanni Utano,
medico-psicoterapeuta
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