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Al Cuore della Democrazia Settimana sociale dei cattolici in Italia

Carissimi amici della comunità parrocchiale di Santa Maria Assunta, da tanto tempo condividiamo emozioni, idee, progetti e momenti importanti. Sono felice di rendervi partecipi dell’esperienza straordinaria di crescita, di formazione, di confronto e tanto altro che è stata per me partecipare alla 50ma edizione della Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, svoltasi a Trieste, dal 3 al 7 luglio 2024, insieme a don Sergio Siracusano ed altri tre laici.

Già il titolo, “Al cuore della democrazia”, lasciava intuire la profondità dei giorni che avremmo vissuto e quanto ci avrebbero coinvolto proprio come partecipanti e non spettatori, facendomi vivere tutto il senso della parola “delegata” diocesana.

Partecipazione e pace, lavoro e diritti, solidarietà, migrazioni, ecologia integrale, economia che metta al centro l’uomo e il creato, sono solo alcuni dei temi trattati.

Il primo giorno si è aperto con i saluti e gli interventi del Presidente della Repubblica, Sergio  Mattarella, e del Presidente delal Cei, il Cardinale Matteo Zuppi. Sono stati degli interventi edificanti che hanno ricordato ad ognuno di noi il ruolo attivo che ogni cittadino deve avere.

Il presidente Mattarella nel suo discorso ha affermato che “è la pratica della democrazia che la rende viva, concreta, trasparente, capace di coinvolgere”, e ancora “Non è democrazia senza la tutela dei diritti fondamentali….al cuore della democrazia ci sono le persone, le relazioni e le comunità a cui esse danno vita, le espressioni civili, sociali, economiche che sono frutto della loro libertà, delle loro aspirazioni, della loro umanità; questo è il cardine della nostra Costituzione”. 

A seguire, il cardinale Matteo Zuppi ha ricordato che “dal 1907 ad oggi il cattolicesimo non è rimasto a guardare, non si è chiuso in sacrestia, non si è fatto ridurre a un intimismo individualista o al culto del benessere individuale ma, ha sentito come propri i temi sociali, si è lasciato ferire da questi per progredire verso un ordine sociale e politico la cui anima sia la carità sociale. Ha pensato e operato non per sé ma per il bene comune. E il bene comune non è quello che vale meno, ma è quello più prezioso, proprio perché l’unico di cui tutti hanno bisogno e che dona valore a quello personale”.

Sono state queste parte delle premesse che hanno introdotto i delegati (circa mille persone da varie parti d’Italia) alle intense giornate di lavoro che, dal giorno successivo,  ci hanno visti impegnati a sintetizzare e riflettere su quanto quotidianamente esposto dai relatori.

Personalmente, nonostante gli stimoli  e gli spunti di riflessione fossero tanti, ho voluto, a fine di ogni giornata, evidenziare nel mio quaderno un pensiero che riassumesse e fissasse per me i lavori del giorno, per creare un filo conduttore che potesse accompagnarmi una volta tornata a casa e sicuramente avrei ripreso gli appunti e i pensieri dei giorni di Trieste per fissarne una sintesi da inserire nella scatola delle tappe fondamentali che mi accompagnano, e alle quali attingo nei momenti di riflessione sulla vita e su come cercare di metterla a frutto per, nonostante i miei limiti, cercare di fare i bene.

Tra i “pensieri” che mi restano, e sui quali sarebbe bello confrontarsi, vi scrivo due appunti: “passare dal prendersi cura al favorire l’autodeterminazione” e “basta teorie sulla leadership, attenzioniamo la followship e la partecipazione sociale come fioritura dell’umano, a partire dal piccolo”.

Il giorno conclusivo, domenica 7 luglio, Papa Francesco è arrivato a Trieste. Nel suo discorso ai delegati, ha citato anche la nota con la quale nel 1988, l’Episcopato Italiano ha voluto ripristinare le Settimane Sociali: “Dare senso all’impegno di tutti per la trasformazione della società; dare attenzione alla gente che resta fuori o ai margini dei processi o dei meccanismi economici vincenti; dare spazio alla solidarietà sociale in tutte le sue forme; dare sostegno al ritorno di un’etica sollecita del bene comune […]; dare significato allo sviluppo del Paese, inteso […] come globale miglioramento della qualità della vita; della convivenza collettiva, della partecipazione democratica, dell’autentica libertà”.



di Carmen Falletta

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