Andar a Messa la Domenica
“Sine Dominico non possumus”: Senza la celebrazione del Giorno del Signore non possiamo vivere. In questo modo rispose uno dei 49 martiri di Abitene, città Africana oggi in Tunisia, al proconsole romano Anulino che li accusava di avere trasgredito a un ordine dell'imperatore Diocleziano, che vietava ai cristiani dell'impero di celebrare l'Eucaristia, “come se il cristiano potesse esistere senza celebrare i misteri del Signore Gesù”. Da questa e da tantissime altre testimonianze lungo venti secoli di cristianesimo, ci rendiamo conto di come l'Eucaristia sia il cuore pulsante della Chiesa, la rivelazione più profonda della identità di Gesù, il nucleo essenziale della salvezza dei cristiani e del mondo. Ogni Domenica, solo in Italia, migliaia di Messe vengono celebrate, "dal sorgere del sole fino al suo tramonto", ma nonostante ciò la pratica domenicale continua ad essere in ribasso, le parrocchie vengono accorpate per mancanza di fedeli, i funerali e i matrimoni sono per tanti le uniche occasioni per entrare in una chiesa e non è ben chiaro se lo si faccia per fede o per semplice partecipazione ad un rito. “Fate questo in memoria di me!”. Per i pochi che ancora frequentano, mai invito di Gesù è stato più accolto e osservato, ma si ha la netta sensazione di essere concentrati esclusivamente nella celebrazione del rito, che alla Messa si assista soltanto e che si ritorni alla vita di tutti i giorni assumendo lo stesso stile di vita di sempre come se nulla fosse successo. E, in realtà, spesso, nonostante sia fatta salva l'obbedienza al precetto della Chiesa, proprio nulla succede. Eucaristie vuote e svuotate di senso. Sembra proprio che, oltre alla mera presenza fisica alla celebrazione, il popolo di Dio non riesca ad andare. Questo stato di passività dei credenti svuota la celebrazione eucaristica di ogni sua carica salvifica e ne fa un rito chiuso in sé stesso, mera routine, “una litania distratta di parole sante sopra una assemblea sparuta e distratta”, lontano anni luce dalle intenzioni di Gesù e dalle prospettive evangeliche. E' doloroso veder svilito a individualismo spiritualistico, a monotona preghiera, ad abitudine, ciò che per Gesù costituisce un'autentica rivelazione del mistero del Padre e del fine dell'uomo. Abbiamo messo in secondo piano ciò che invece è fondamentale : l'incontro dei figli col Padre, dei fratelli coi fratelli, dei battezzati con il Cristo, la cui vita siamo chiamati a riproporre con gioia e radicalità. L'Eucaristia è davvero esperienza di salvezza, intimo bisogno di comunione, punto di partenza per una vita da vivere nella prospettiva della costruzione del Regno di Dio. “Mangiare il suo corpo e bere il suo sangue” altro non è che l'identificazione con Lui, volere essere come Lui. Non è solo il Cristo che "porta su di sé il peccato del mondo" ma anche i cristiani che si innestano in questa opera di redenzione e di salvezza per trasformare sé stessi e trasformare questo mondo scandalosamente e terribilmente omicida in un Regno di figli del Padre. Purtroppo l'iniziazione eucaristica, centrata quasi esclusivamente sulla presenza reale di Gesù "ricevuto nel cuore", non è stata ancora integrata e corroborata con una iniziazione per adulti che faccia perno sull'Eucaristia come opzione di voler diventare come il Cristo nella vita di ogni giorno, liberandoci da un vuoto e fumoso devozionismo. Così Gesù Eucaristia, "il Divin prigioniero nel tabernacolo", da oggetto di adorazione, diverrebbe progetto esistenziale di vita e il suo vissuto darebbe finalmente forma alle nostre scelte terrene : scelte politiche, affettive, di lavoro, un uso etico del denaro e il modo in cui guardiamo e utilizziamo questo nostro tormentato pianeta. “E i cristiani tutti, allora, sarebbero davvero i cospiratori di un mondo nuovo, così come il Padre lo ha sempre sognato : regno di amore, di giustizia e di pace. Il Regno di Dio”.
di Santino Coppolino
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