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Avvento... Un tempo che ci parla “di nuovo”

Mentre le nostre assemblee si sono tinteggiate di viola, il tempo dell’Avvento segna il passo di un nuovo corso inaugurando così un nuovo anno liturgico! Diciamocelo francamente quello che pensiamo (almeno a me capita di pensarlo!): cosa c’è di così nuovo rispetto a domenica scorsa? E rispetto ad un anno fa cosa è cambiato? La realtà è sempre la stessa, in chiesa oggi come sempre ci siamo venuti lo stesso, le situazioni da affrontare non mancano nel quotidiano e paradossalmente più andiamo avanti e più le preoccupazioni aumentano insieme all’età, agli acciacchi e chi più ne ha più ne metta… tutto questo “nuovo” allora è “roba da preti” tanto predicato - almeno una volta oggi - e poco toccato con mano. Eppure se abbiamo il tempo di fermarci un po’ in questi giorni possiamo voltarci indietro e constatare che nel grande vortice della routine, piccoli barlumi di “nuovo” ognuno di noi riesce a trovarli in lui e fuori di lui. La pandemia c’è ancora ma piano piano, grazie al vaccino e a tutte le precauzioni, le cose migliorano e anche se il covid oggi ci aggredisce non siamo più nella crisi dei mesi scorsi; l’economia prova a ripartire; sui temi ambientali qualcosa, anche se poco, si è mossa e di certo è cresciuta una sensibilità; la Chiesa affaticata, investita dagli scandali, con sempre meno forze sia tra i consacrati che tra i laici, oggi, rispetto ad un anno fa, si è messa in movimento con il Sinodo, tentando così di trovare strade nuove per riuscire a parlare ancora ad ogni uomo. Se tutto questo sta avvenendo fuori, nel di dentro di ognuno qualcosa di simile è avvenuta: c’è chi avrà iniziato un nuovo anno scolastico o ciclo di studi, chi avrà iniziato o ripreso la catechesi, ci sarà qualcuno che sarà partito da casa sua, qualcun altro che avrà traslocato, qualcuno avrà messo su famiglia o constatato il fallimento di una vita di coppia, qualche nuova amicizia sarà nata o consolidata e qualche altra sarà finita o si sarà affievolita, ci sarà chi avrà accolto in casa sua una nuova vita e chi invece con dispiacere avrà dovuto salutare per l’ultima volta una persona cara, qualcuno avrà maturato nuove consapevolezze capendo qualcosa in più della sua vita mentre qualcun altro queste consapevolezze le avrà viste mutare o crollare, alcuni avranno trovato o cambiato lavoro e altri purtroppo lo avranno perso e adesso, sfiduciati e in preda a mille difficoltà, si staranno guardando intorno per provare a ripartire…

Nel mio piccolo, mentre la vita scorre e continua il tempo della formazione e del discernimento tra i Missionari del Prez.mo Sangue, di nuovo c’è stato certamente l’aver vissuto questi mesi nella assoluta novità della comunità “Casa Del Giovane” di Pavia spendendo il mio tempo e la mia quotidianità tra ragazzi segnati dalla sofferenza e dal disagio che mi hanno permesso di maturare, non senza fatica, nuove consapevolezze su cosa significa per me provare a stare alla sequela di Gesù.

Ecco allora che non è vero che non cambia nulla: del nuovo c’è sempre e l’Avvento con il nuovo anno liturgico vuole proprio condurci a guardare da vicino questa novità alle volte tanto piccola o non sempre fatta di eventi lieti ma che ci parla di una vita - la nostra - che è in cammino e che passo passo, non svincolata da cadute e fragilità, ci conduce incontro al Signore, a quel Signore Risorto che mentre ci aspetta già ci ama e ci ama a tal punto e con impazienza - il vangelo di Luca nelle domeniche di questo anno liturgico ci mostrerà l’amore impaziente di un Dio misericordioso - da camminare con noi, venendo Lui per primo incontro a noi. Coraggio allora, alziamo il capo e proviamo a dare un nome al nuovo che ci circonda riprendendo il cammino: per me e per te c’è un’attesa di ritorno nel cuore di Dio!


di Gabriele Panarello


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