Battesimo, porta della fede Una nonna racconta
Dopo la terribile crisi causata dalla pandemia e il conseguente blocco delle celebrazioni dei Sacramenti in tutte le Comunità parrocchiali, anche noi nella parrocchia di Santa Maria Assunta pian piano e con cautela abbiamo ripreso a celebrare i Segni della fede che nella Chiesa da duemila anni realizzano l’incontro con Cristo che salva. Abbiamo con gioia accolto ed accompagnato i fanciulli che hanno celebrato la Prima Comunione, adolescenti, giovani ed adulti che hanno ricevuto la Confermazione, coppie che hanno deciso di sposarsi nel Signore ma abbiamo soprattutto ripreso a generare alla fede cristiana tanti piccoli fratelli e sorelle che sono stati battezzati, immersi in Cristo morto e risorto (cf Romani 6,1-11), illuminati da Lui (cf Ebrei 6,4) che è Luce delle genti. Tra questi bambini, nei mesi di giugno e luglio, anche i miei nipotini Giuseppe e Pablo sono stati generati a vita nuova dal grembo mai sterile della madre Chiesa e mi sono diventati oltre che nipoti per sangue, fratelli nella fede che ci gloriamo di condividere e professare.
Nei mesi precedenti nella mia famiglia ci si è interrogati sulla opportunità o meno di aspettare che i bimbi crescessero per scegliere da soli se e quando diventare cristiani. Perché imporre una scelta di cui non sono consapevoli? La decisione di battezzarli è derivata dalla convinzione che il battesimo è un dono, un valore inestimabile per trasmettere il seme di quella fede in cui ci riconosciamo, e che malgrado le nostre fragilità e infedeltà vogliamo comunicare ai nostri piccoli. I genitori dal momento in cui i bambini vengono al mondo operano tantissime scelte senza il consenso dei figli e sempre con un unico intento: ricercare il meglio per renderli felici. Il Battesimo rappresenta quel seme della Vita eterna che per Grazia di Dio, non per meriti umani, desideriamo deporre nel cuore di questi piccoli, nella speranza che irrigato e coltivato dalle parole e dall’esempio dei genitori, dei padrini, delle madrine, dei nonni e di tutti i familiari ma anche di tutti i membri della comunità cristiana cresca e porti il frutto buono dello Spirito (cf Galati 5,22). È sempre utile tuttavia ricordare che è stato Gesù Risorto alla fine della sua missione sulla terra ad affidare ai discepoli il compito di annunciare il Vangelo del Regno e di battezzare tutte le genti (cf Matteo 28,18-20) e la Chiesa come testimonia il Libro degli Atti degli Apostoli, ha battezzato insieme agli adulti che nella fede accoglievano la testimonianza della morte e risurrezione di Gesù anche tutti i loro familiari, quindi anche i bambini (cf Atti 10,47-48; 16,32-33; 18,8). La Scrittura dunque attesta che nella vita della Chiesa, dalle origini fino ai nostri giorni, è stata presente la duplice prassi del battesimo degli adulti e di quello dei bambini.
Anche la presenza del padrino e della madrina è riconosciuta fin dall’antichità. Essi dovrebbero essere, ed in tanti casi lo sono, dei cristiani maturi capaci di accompagnare il battezzando in una seria ed autentica esperienza di fede. Rappresentano il segno della maternità, della cura della comunità cristiana per la crescita dei suoi figli. Ora ciò che conta rammentare a me stessa e a voi che leggete è che il Battesimo è un evento vitale per il cristiano, è quella Porta spirituale attraverso cui si accede all’incontro con Cristo nella Chiesa. Esso deve rimanere iscritto nella memoria familiare ed ecclesiale e non solo nei registri parrocchiali. Deve essere ben preparato e celebrato alla presenza dell’assemblea con un rituale dignitoso, sobrio ma solenne, come conviene ad un evento di grande importanza.
È il primo dei Sacramenti dell’iniziazione cristiana (Battesimo, Confermazione e Eucaristia). Prende anzitutto il nome dal rito centrale con il quale è celebrato: battezzare significa Immergere nell’acqua. Chi viene battezzato è immerso nella morte di Cristo e risorge con lui come nuova creatura (cf 2 Corinzi 5,17). Lo si chiama anche lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo (cf Lettera a Tito 3,5), e illuminazione, perché il battezzato diventa figlio della luce (cf Efesini 5,8). Il rito essenziale di questo Sacramento consiste nell’immergere nell’acqua il candidato o nel versargli dell’acqua sul capo, mentre viene invocato il Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ma insieme all’acqua ci sono altri segni visibili che richiamano realtà spirituali: l’unzione sul petto con l’olio dei catecumeni che evoca la forza che Gesù dona per scivolare alla presa del Malvagio; la veste bianca immagine di Cristo, l’uomo nuovo di cui ci si deve rivestire; l’unzione sulla fronte col crisma con cui siamo consacrati sacerdoti, re e profeti; la candela accesa al Cero pasquale per ricordarci che la fede va alimentata affinché non si spenga; il segno dell’Effatà sulle orecchie e sulle labbra, invito ad ascoltare ed annunciare al più presto la Parola del Cristo, e che evoca il tocco di guarigione di Gesù di Nazareth che apriva le orecchie e le labbra dei sordomuti. Tutti questi segni materiali uniti alla preghiera formano il rito, un ordine mirabile e meraviglioso attraverso il quale la Santissima Trinità è all’opera per realizzare con la sua Grazia la salvezza di ogni creatura.
di Pina Torre
Comments