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Caro Gesù ti scrivo


Ciao caro Amico, Signore e Maestro.

È di nuovo Natale e vorrei augurarti buon compleanno, anche se so che non sei nato il 25 dicembre. So però che sei venuto su questo nostro pianeta più di duemila anni fa e il resto non conta. Ti sei fatto bambino, fragile carne, tu il Creatore di tutti e di tutto, anche di questa nostra terra, pietra preziosa incastonata nell’immenso universo. Tu mi conosci bene e sai cosa si agita nel mio cuore, sai che qui stiamo vivendo tempi difficili e che spesso ti invito a tornare presto così come hai promesso. In tanti ti attendiamo impazienti anche se un po’ timorosi: come ci troverai? In attesa, vigilanti e operosi nella fede, nel bene e nella costruzione di rapporti fraterni, così come predichiamo in questo ennesimo tempo di avvento o assopiti e storditi dai tanti messaggi e proposte di un mondo sempre più egoista e disumano?

Le nostre chiese si svuotano, lo sai vero? Davanti ai tabernacoli sono rimasti in pochi a sostare in adorazione ma ciò che più preoccupa è che non si sosta più davanti all’immagine di Dio che è l’umano vivente. Ti prego Signore, ho bisogno di un dono in questo mio Natale numero 60.

Spinta dalla desolante consapevolezza del male che ci circonda mi verrebbe da chiederti: Gesù, spazza via come pula che il vento disperde, tutti i malvagi, tutti i Caino che continuano ad alzare la mano contro l’Abele indifeso del nostro tempo. Fulmina i tanti Erode che, anche adesso, mentre accorata ti scrivo, mandano i loro soldati ad ammazzare i bambini, e non solo a Betlemme. Ma non sarei tua vera discepola e già sento addosso il tuo sguardo di disapprovazione che mi chiama al ravvedimento. Tu non ami la vendetta, e un altro tuo nome è Misericordia. Allora ti dico: cambia il cuore degli uomini cattivi! Nulla è impossibile a Dio, e tu sei Dio! Devo confessarti che a volte non ti capisco! Sì, lo so che tu non sei pessimista e sei sempre capace di cogliere il bene in ogni creatura, e sono certa che lo cogli anche ora su questo nostro pianeta in cui il male a mio parere dilaga. Mi dirai di guardare a papa Francesco che pur curvato dagli anni e dal peso delle sue responsabilità non si stanca di invitare alla speranza, e ai tanti sacerdoti, religiosi e religiose che con la loro testimonianza dopo duemila anni continuano ad annunciare che tu sei il Salvatore; mi suggerirai di sollevare lo sguardo verso i tanti volontari instancabili nel servizio ai più deboli e diseredati, verso coloro che donano la loro vita per gli altri nelle zone di guerra e in tutti i luoghi della terra dove l’umanità di cui ti sei rivestito soffre.  

Abbi pazienza con me Gesù se credo che la misura sia colma e mi permetto con insistente confidenza di usare la tua lingua perchiederti Shalom per il mondo intero. Non è captatio benevolentiae, credimi. La guerra è una catastrofe e la pace è un dono bellissimo, donacela e donaci di aiutarti a costruirla. Se ricordo bene un altro tuo nome è Principe della pace. Immagino comunque che anche tu sia preoccupato. Il vedere tante famiglie su gommoni e barconi ad attraversare i mari per fuggire da luoghi di morte, o ripararsi nelle baracche dei campi profughi, nelle tendopoli sparse per il mondo, ti addolora e ti ricorda la situazione precaria in cui sei nato tu. Quei bimbi ti fanno tenerezza e pena. Anche loro stanno al freddo e al gelo, e stanno tremando non solo per le basse temperature. E poi lo sguardo smarrito e impotente di quei papà e di quelle mamme sono così simili a quelli di Maria e Giuseppe di Nazareth! Ricordo che un altro tuo nome bellissimo è il Compassionevole. Abbi compassione di noi tutti Signore e mi raccomando: Vieni presto!  Maranathà.

Salutami la Mamma.

Pina

 
 
 

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Creato da Filippo Maniscalco

Gestito Antonino Cicero

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