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Casa di Ismail

Da sei anni svolgo il ruolo di educatore con i minori stranieri non accompagnati e con piacere, dopo una parentesi di assenza di due anni, sono tornato a far parte dell'équipe di ‘La casa di Ismail'. Invero, non a una scelta personale è stata dovuta questa assenza, bensì alla decisione del ministero dell'interno di interrompere il finanziamento del Progetto

Fami (Fondo Asilo Migrazione Integrazione). Un mese fa, finalmente, la Cooperativa Utopia per cui lavoro è riuscita a tornare nuovamente in sella a un progetto Sai per minori stranieri non accompagnati. Rientrare nei locali di Piazza Mons. Celona è stato per me un tuffo al cuore: avevo lasciato malvolentieri quell'esperienza e passando per le stanze e per gli spazi comuni, mi è sembrato di rivedere i beneficiari del progetto precedente, alcuni dei quali vivono e lavorano adesso a Barcellona o in paesi limitrofi.

II 21 settembre sono arrivati i nuovi 11 beneficiari: cinque tunisini, due gambiani, un senegalese, due guineani e un etiope.

L’auspicio è quello di sempre, ed è condiviso da me con tutta la squadra coordinata dalla Dott.ssa Dinah Caminiti: essere all’altezza di un compito altissimo, ovvero formare e far integrare i nuovi beneficiari non solo in una realtà accogliente come quella di Pozzo di Gotto ma nel mondo di domani, in un Paese che su certi temi ancora arranca. È una sfida che guarda al futuro, ma soprattutto al presente per essere esempio di umanità oggi e Cittadinanza attiva domani.

di Antonio Isgrò, operatore



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