Credenti e credibili
“Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”(Lc 18, . Questo di Luca è uno dei versetti che più fa riflettere. Una domanda che scombussola tutto, che mette seriamente in crisi ed esige una risposta che non sia scontata ma il più completa possibile. Cresce il numero di uomini che si definiscono atei, di gente che crede fermamente di non aver bisogno di Dio… eppure tutti non vedono l’ora che sia Natale; tutti attendiamo un Dio di cui – detto francamente – non ci importa nulla. Attendiamo l’Emmanuele: un Dio non atteso dagli uomini. Di domenica in domenica diminuisce sempre più il numero di persone che partecipano a messa; si abbassa il numero di giovani presenti nelle parrocchie; cresce il numero di ragazzi che non vogliono neppur sentir parlare di Chiesa, preti, Dio. Dinnanzi a tutto questo dovremmo chiederci: quali le cause? Perché tutto questo? Se oggi viviamo questa situazione, abbiamo sicuramente sbagliato qualcosa e il problema potrebbe essere proprio anche la “credibilità”. Siamo credenti credibili? Chissà… Quante volte si sente ripetere quella frase: “predicano bene e razzolano male”; parole che fanno male a chi, seppur con le proprie fragilità, testimonia il Vangelo con la propria vita perché, a quel Dio “vivo e vero”, ci crede realmente. Quello della credibilità è un problema che riguarda un po' tutti: ministri dell’altare e non. Troppe volte abbiamo messo da parte il vero messaggio del Vangelo: l’Amore. “Chi non ama non conosce Dio, perché Dio è Amore” (1Gv 4, . È inutile mettere un collettino bianco al collo se poi non si sa amare; è inutile occupare i primi posti di una basilica o di una chiesa di paese e percuotersi il petto se poi, una volta usciti di lì, malediciamo il fratello e stiamo sempre col muso lungo. Questa non è fede; non è questa la sequela… Quante volte facciamo scappare la gente dalle chiese con i nostri tristi e assurdi modi di fare: creiamo intorno a noi delle mini regge con ori, cattedre, e chi ne ha più ne metta, e invece di servire la chiesa ci si serve della chiesa. Dobbiamo dire Dio agli altri… solo così saremo veramente credibili; solo annunciando l’Amore la gente tornerà a scoprire la bellezza di una fede autentica, semplice, trasmessa per contatto come una fiammella. È l’Amore che ci infiamma e ci rende veri discepoli, credenti e credibili.
di Louis Manuguerra
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