Culle vuote e lo stupore di una nascita
Culle vuote, desolatamente vuote, anche quest’anno in Italia ed in Europa. Un inverno demografico di lunga durata. È come se i grembi delle donne siano diventati sterili, incapaci di accogliere la vita. Anche le tecniche di procreazione medicalmente assistita o la “maternità surrogata”, le banche del seme, che pure assorbono ingenti risorse psicologiche ed economiche, non colmano i vuoti di generatività di uomini e donne che condividono un’esistenza di coppia. Fragilità esistenziali, precarietà economica, sfiducia per il futuro, liquidità delle relazioni di coppia… potrebbero essere invocati per comprendere questo complesso problema. I vagiti dei piccoli, i loro sorrisi, le moine, le cure da prestare non riempiono gli alloggi vissuti come propria confort zone di solitudini che sono appagate del proprio stile di vita. Forse che non ci si ama più? Forse che la donazione di sé nella coppia non contempli più la procreatività, anzi la esclude?
È Natale! Una mangiatoia ospita un bimbo nato per noi, accolto dall’alto da Maria e Giuseppe che si assumono la responsabilità genitoriale, che si aprono all’inatteso, che si lasciano intenerire dalla sua piccolezza, che lo accarezzano e lo cullano tra le loro braccia, che si fidano di Dio.
Mentre accogliamo questo Natale “Un Dio piccolo che si può prendere nelle braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e che vive” (J. P. Sartre), auguro alle coppie di potersi aprire all’accoglienza della vita con fiducia, con stupore, anche in questo difficile passaggio d’epoca. Sia allietata la nostra comunità da nuove nascite, da creature, figli di Dio nel suo Figlio, il Bambino Gesù che ci colma di gioia.
di Mons. Santino Colosi
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