Dal “Diario di una catechista”
Sabato 01/06/2024. Grande festa in parrocchia! I ragazzi di tutti i gruppi oggi pomeriggio si sono ritrovati nell’oasi di Sant’Eusenzio per la chiusura dell’anno catechistico. Tutto è stato organizzato nei minimi particolari da noi catechiste, guidate dalla coordinatrice Linda e supportate dalla paziente e amorevole presenza di padre Santino; abbiamo stilato un programma per la realizzazione dei vari momenti di preghiera, gioco e riflessione, e preparato la merenda: torte, crostate, panini, biscotti, bibite. Non è mancata la sorpresa: sono venuti a trovarci due clown, due dottoresse che fanno volontariato nei reparti di pediatria dell’Ospedale Papardo di Messina, portando il sorriso a bambini a cui la malattia ruba un po' di spensieratezza. Com’è stato bello osservare lo stupore sul volto dei ragazzi trasformarsi in gioia all’arrivo dei due buffi pagliacci! La catechesi attraverso il gioco: guidare i più piccoli a guardare oltre la propria esperienza di vita, a conoscere e amare la vita attraverso i fratelli e le sorelle meno fortunati di noi. E mentre tutti facevamo merenda seduti sulle panche all’ombra degli alberi dell’oasi, scorrevano nella mia mente immagini e parole di quest’ultimo anno catechistico; l’emozione del primo incontro con i genitori e i bambini di 6 e 7 anni, l’animazione liturgica della messa domenicale durante l’Avvento e la Quaresima, il concerto di Natale, la tombolata, la consegna del Vangelo, la processione del Venerdì santo con le Veroniche e i Cirenei, i pomeriggi di sabato trascorsi insieme nella preghiera, nell’ascolto della Parola, nei giochi, nel dialogo.
Essere catechista comporta gioioso impegno, responsabilità e una grande fiducia nel Signore Gesù, soprattutto per quanto riguarda i risultati. La catechesi non è la scuola; non ci sono verifiche, non ci sono voti, non ci sono bocciature né promozioni con o senza lode; il catechista si affida allo Spirito santo, diventa suo strumento nell’accompagnare i bambini dal primo annuncio fino alla celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana. E’ chiamato a trasmettere i principi della fede cristiana con le parole e con la propria vita, è chiamato a seminare con la gioiosa consapevolezza che i frutti non dipenderanno dalle sue fatiche, ma che sono doni della grazia di Dio.
Tengo sempre presente questa verità, anche se a volte la fragilità umana prende il sopravvento e subentrano lo scoraggiamento, di fronte a quelli che io credo insuccessi, o l’autoesaltazione di fronte a quelli che considero obiettivi raggiunti. Allora capisco che è tempo di ritornare sui miei passi, di ritornare all’origine della mia scelta: parlare di Te, Signore, con i più piccoli, per imparare a conoscerti e ad amarti. Grazie, Signore!
di Tinuccia Russo
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