Dio, l’Altro che si rivela
- taborsettepuntozer
- 26 nov 2023
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L’ottobre 2023 ha segnato per me l’inizio degli studi teologici nel mio cammino formativo in seminario a Roma tra i Missionari del Prez.mo Sangue. La prima lezione a cui ho preso parte è stata carica oltre che di emozione e di entusiasmo anche di sorpresa: il professore introducendo il corso che studia la Torah (i primi cinque libri della Scrittura) ci ha immediatamente portati a considerare che il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe in cui Israele e noi cristiani crediamo, è un Dio che sì da una legge da seguire (i comandamenti) ma che prima di dare una legge è un Dio che si dona, che sceglie di donarsi all’uomo e di istaurare con lui una relazione. Detto in altri termini: il nostro Dio da sempre e per sempre sceglie di donarsi e di rivelarsi all’umanità e l’incarnazione di Gesù di questa donazione e rivelazione ne è stata il culmine.
La sorpresa è nata dall’osservare come la fine degli studi filosofici dello scorso anno e l’inizio adesso della Teologia hanno lumeggiato in me, da prospettive diverse, la medesima esperienza: Dio è quell’Altro che si dona continuamente a me e ad ogni uomo di ogni tempo e che come tale necessita sempre di essere accolto, ma mai “ingabbiato” e posseduto totalmente e definitivamente. Per la Chiesa quel mese è stato il mese del Sinodo e a Roma tutto questo si è respirato abbastanza. Ciò che in parecchie occasioni e da persone diverse, che sono state più o meno direttamente a contatto con le sedute sinodali, mi è capitato di ascoltare è stato il fatto di non aspettarci da queste riunioni grandi decisioni perché si è trattato principalmente di un tempo di ascolto, di preghiera, di riflessione e di dialogo. Se così è stato, se cioè davvero prima di intervenire e decidere su argomenti che inevitabilmente riguardano il futuro della Chiesa e la direzione che essa vuole percorrere nell’incedere della Storia si è messo al centro l’ascolto e la preghiera, c’è da benedire il Signore: saremo davvero tutti popolo in cammino, alla sequela del Maestro in grado, pur se poveri e fragili segnati dal peccato, di manifestare il Suo volto alle donne e agli uomini del nostro tempo - un tempo che si rivela totalmente nuovo in ogni ambito della vita - solo se lasceremo - non senza coraggio - spazio, anche nel nostro piccolo, a Dio di continuare a rivelarsi e a donarsi nei modi e nei termini che lo Spirito Santo ci concederà di ascoltare e di accogliere.
di Gabriele Panarello
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