Domenica è sempre domenica Giorno del Signore e della Chiesa
La Domenica è, fin dall’alba della Chiesa, il giorno in cui i fedeli si radunano per celebrare la Pasqua del Signore. È un giorno in cui i cristiani, rispondendo alla chiamata del Cristo Risorto, si riuniscono per vivere insieme il mistero di salvezza che li ha redenti e resi popolo santo. Come narra il libro degli Atti degli Apostoli, “il primo giorno della settimana eravamo riuniti per spezzare il pane” (At 20,7), così, di domenica in domenica, la Chiesa si riunisce per rendere grazie al Signore della vita, fino alla sua venuta ultima (parusia).
Questo appuntamento settimanale nasce proprio dalla memoria degli “otto giorni dopo” (Gv 20,26) la Resurrezione, quando i discepoli si incontrarono nuovamente con il Maestro Risorto e, spezzando il pane, furono rinnovati nella fede. Ogni settimana, da quella domenica, la Chiesa perpetua questo incontro con il Cristo risorto attraverso la liturgia eucaristica, la quale è il cuore pulsante del suo cammino. Giustino, martire e teologo del II secolo, ci racconta come i primi cristiani si radunassero “nel giorno chiamato del Sole,” per ascoltare le Scritture e spezzare il pane insieme, partecipando all’Eucaristia come fratelli e sorelle radunati “dalle città e dalle campagne” (cfr. Apologia prima di Giustino, PG 6, 327-440); tutti, senza distinzione, chiamati ad essere una sola famiglia radunata nel nome di Cristo per la fractio panis.
Il Concilio Vaticano II definisce la domenica come “la festa primordiale” e la chiama “fondamento e nucleo di tutto l’anno liturgico” (cfr. Sacrosanctum Concilium, 106). Questo giorno non è quindi un mero ricordo, ma una realtà viva, poiché in esso incontriamo Colui che ha trasformato ogni istante della nostra vita. La domenica è il giorno in cui la Chiesa riunisce i fedeli attorno alla mensa della Parola e dell’Eucaristia; è la fonte da cui sgorga tutta la vita liturgica. Senza di essa, senza la Pasqua settimanale, non avremmo quella annuale, né, tantomeno, gli altri tempi liturgici (ignoti alle prime comunità). Non vi era una celebrazione del Natale o della Pasqua, o della Quaresima ecc.; vi era solo ed esclusivamente la domenica.
La domenica, oggi, le chiese restano desolatamente vuote mentre si riempiono i “templi” dei centri commerciali, dei parchi di divertimento, e ci si dedica alle gite fuori porta, o agli hobby, o agli sport.
Per i credenti, anche se sempre più sparuta minoranza nella società secolare e dell’indifferenza, vivere la domenica è il tempo in cui sperimentiamo la “gioia dell’incontro con il Risorto” nell’assemblea dei fratelli di fede. È il momento in cui i cristiani si riuniscono per fare memoria del sacrificio della croce e per rivivere il mistero della Pasqua.
Siamo invitati al banchetto di nozze dell’Agnello, a quella cena in cui il Cristo crocifisso si dona totalmente nel pane e nel vino, e noi, che siamo poche gocce d’acqua in quel glorioso calice, offriamo al Padre, insieme col Cristo, la nostra vita unita alla Sua.
Ogni domenica la Chiesa, corpo mistico di Cristo, celebra il memoriale della morte e resurrezione, istituito dal Signore nell’ultima cena e affidato. Ritrovarsi come comunità attorno alla mensa è indispensabile, poiché è qui che i fedeli, come tralci alla vite, ricevono linfa dal Cristo risorto. Senza di Lui, non possiamo portare frutto; in Lui, e soltanto in Lui, la nostra vita acquista un senso nuovo, unita al sacrificio del Redentore.
di Louis Manuguerra
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