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E sarà ancora Natale

Il delicato colore viola dei ciclamini, tra le verdi foglie e le piccole felci, è un’immagine bella per significare questo nostro tempo dell’Avvento liturgico ed esistenziale: il viola, mescolanza di rosso (amore) e blu (saggezza), è il colore che indica una transizione e dunque l’attesa di un compimento del mistero della vita; il verde è speranza di un tempo nuovo; la felce la perennità che attraversa i secoli.

Risveglia in me il ricordo di gioiose escursioni sul Serro Finata del mio paese, sul finire di novembre, alla ricerca fruttuosa - nella folta macchia mediterranea che lo ricopriva - del muschio, dello “spinapulici”, degli arbusti di mirtillo con le bacche nere o di altri arbusti con le bacche rosse, per allestire il nostro presepe nella piccola chiesa. E già lo rivedo il presepe prendere forma, animarsi di goffi pastorelli di terracotta appena colorata, di ogni sorta di animali da cortile, di pecorelle, in un paesaggio agro-pastorale a noi piccoli familiare. E lì in mezzo la grotta realizzata con lo “spinapulici” ricoperto con fiocchi di bianco cotone ed adorno col giallo oro degli agrumi, arance e mandarini, simbolo del Dio-Uomo da accogliere. Vuota è la mangiatoia con le statuine di Maria e di Giuseppe, il bue e l’asinello, a custodirla vigili nell’attesa del Bambinello che sarà deposto la notte di Natale. La fioca luce del lumino, un bicchiere ricolmo per metà d’acqua e per metà d’olio d’oliva con il suo incerto stoppino, anche nel povero presepe delle nostre fredde case riscaldava il buio delle lunghe sere d’inverno attorno al focolare e alimentava l’attesa dei giorni di festa del Natale vicino.

Ci riunisca ancora nelle odierne case impoverite d’affetti e di legami, di ricordi grati, di prospettive per il futuro, il presepe con la sua poesia e risvegli il noi il desiderio dell’incontro con il Dio fattosi bambino, Dio della tenerezza. Una piccola preghiera, un’invocazione, un sospiro ed un gemito, un canto festoso siano portatori di pace e di serenità per ogni membro della famiglia. E l’attesa sia gravida di nuova speranza.

Buon Avvento!


di Mons. Santino Colosi



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