Essere catechista
Essere catechista è la risposta ad una chiamata d’Amore da parte del Signore. Egli chiama tutti i battezzati al servizio nella Chiesa. Ogni battezzato è tale perché chiamato innanzitutto a stare con Gesù e sentire in questa presenza la sua forza, operante dentro la sua vita. Il catechista risponde alla chiamata il suo “Eccomi!”, nel momento in cui si sente chiamato si sofferma, ascolta e rimane, sull’esempio dei discepoli di Gesù, i quali alla domanda di Gesù “Chi cercate?” si sono sentiti chiamati, lo hanno seguito, hanno vissuto con lui e sono rimasti (cf Gv. 1,35-42). La mia esperienza di catechista al servizio della comunità parrocchiale risale a circa 30 anni fa, quando affascinata dal servizio reso da alcune persone mi sono formata anch’io. Una bellissima esperienza, un percorso che mi ha fatto crescere spiritualmente ed anche nella vita; mi sono formata alla scuola della Parola, mi sono relazionata con altri gruppi parrocchiali, ho partecipato ad incontri di formazione e convegni diocesani. Il catechista infatti risponde al Signore con il servizio nella comunità e non annuncia se stesso ma Cristo il Kyrios, è portavoce della comunità, ha un incarico di responsabilità: consegnare alle nuove generazioni di credenti ciò che lui stesso ha ricevuto. Il Signore ci chiama oggi, poterlo servire ci fa interrogare: ma cosa mi chiede? Intanto il rapporto con Lui è sempre personale, non dobbiamo avere paura, anzi abbiamo bisogno di una relazione con Qualcuno di cui fidarci, che ci ascolta, Gesù non è un giudice ma un amico che ci ama davvero così come siamo, che non fornisce benessere a poco prezzo come i maestri del nostro tempo ma che ci conosce e ci lega a lui in una relazione intima. La chiamata è proprio stare con Lui, seguirlo e vedere. Ogni persona viene chiamata con diversi ministeri, la chiamata non è rinunciare ad una vita comoda e bella, ma seguire il Signore ci fa trovare quello che veramente cerchiamo, Egli ci ama, ci chiede di amare senza compromessi e ci manda come operai ad una folla bisognosa, stanca e sofferente mostrando come il Vangelo rende la vita più bella e libera dalla stolta ricerca della felicità individuale, dalla follia della violenza, dalla discriminazione e dall’ignoranza, sempre e solo per amore. Chiediamo al Signore di aprirci le orecchie per saper accogliere la Sua voce che ci parla anche attraverso le semplici voci dei ragazzi che seguiamo e accompagniamo.
di Maria Chiofalo
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