Fare strada
Talvolta, dopo aver letto una pericope o un versetto del Vangelo in italiano, curioso nel testo greco e latino per cogliere qualche elemento di ulteriore comprensione. Leggendo Luca (8, 1) mi sono imbattuto, recentemente, in un “ipse iter faciebat) che tradotto letteralmente può suonare così: “lo stesso (Gesù) faceva strada”. L’evangelista Luca presenta un Gesù itinerante per città e villaggi, per strada, diretto a Gerusalemme mentre annuncia il Regno, la presenza di un Dio misericordioso nella storia, a chiunque ascolti, e mette in evidenza che con lui fanno strada i dodici e alcune (molte) donne, primo nucleo della chiesa. Continua a fare strada nel nostro tempo il Signore Gesù “non riconosciuto” dai nostri occhi appesantiti e da cuori delusi o stanchi, uno straniero. Apre i nostri occhi spezzando ancora il suo pane facendosi riconoscere. E da qui, dall’assemblea domenicale, facciamo strada per città e villaggi, tenendo fisso lo sguardo su Gesù autore e perfezionatore della nostra fede e nella sua compagnia, e con il suo stile incontriamo ogni persona. Siamo una piccola minoranza di uomini e donne che perseverano, pur con tutto il peso delle proprie fragilità, nella sequela di Cristo, desiderosi di acquisire comunitariamente un atteggiamento vitale indicatoci da papa Francesco: “Chi ama si preoccupa di chi manca, ha nostalgia di chi è assente, cerca chi è smarrito, attende chi si è allontanato. Perché vuole che nessuno vada perduto”. Angelus del 4 settembre 2022.
di Mons. Santino Colosi
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