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Fede e servizioEsperienza scout in Albania


I clan del Milazzo 1, Milazzo 2 e Palermo 22, accompagnati dai rispettivi animatori e da padre Fabrizio Andriani, hanno vissuto la route estiva 2024 in Albania.


Il gruppo composto da circa 50 scout è partito dall’aeroporto di Reggio Calabria il 23 luglio 2024, giungendo a Tirana e, in serata, a Lezhe, presso una scuola realizzata dai padri rogazionisti. Fin da subito i ragazzi hanno posto in essere un servizio di animazione dei bambini dividendosi in due gruppi: il primo presso un villaggio in periferia, il secondo con bambini di etnia Rom che si recavano quotidianamente presso la missione.

Per gli scout il servizio non è semplice altruismo, ma l’espressione di un percorso di fede che aiuta a riconoscere il volto di Cristo nel fratello in difficoltà.

Così, tra una partita di calcio, i giochi con l’acqua e i balli di gruppo, sono immediatamente venute meno le barriere. Infatti, nonostante i giovani non parlassero la stessa lingua e avessero culture diverse, sono nati rapporti genuini e senza pregiudizi, pieni d’amore. Accompagnati da padre Fabrizio e dai loro educatori, inoltre, gli scout hanno vissuto un momento molto importante, recandosi presso il villaggio Rom, dove sono stati accolti con calore dagli abitanti, nonostante le loro pessime condizioni economiche e sociali.

La route per gli scout non è solo servizio. Si tratta di una strada fisica e metaforica, un momento di condivisione e di crescita, in cui conoscersi e si rafforzare la comunità. Prima di partire i 3 gruppi si erano incontrati solo una volta e quindi è stato necessario sfruttare ogni momento per formare un gruppo unito. Vivere gioie e superare le difficoltà, insieme, ha contribuito molto a creare legami solidi che dureranno anche dopo la conclusione di quest’esperienza.

Nei sette giorni della route i ragazzi hanno avuto la possibilità di visitare varie città, come Lezhe, Scutari e Kruja, con il famoso castello dove hanno approfondito alcuni aspetti della storia dell’Albania; hanno visitato una moschea che affaccia nella stessa piazza insieme ad una chiesa cattolica e una ortodossa, toccando con mano la possibilità di convivere pacificamente, anche nella diversità. Inoltre, hanno potuto ammirare bellezze naturalistiche uniche, fare il bagno nelle acque di un fiume e del lago di Scutari.

Un’altra esperienza forte è stata quella di ascoltare la testimonianza delle monache di clausura e visitare il carcere, oggi trasformato in museo delle torture, acquisendo consapevolezza di ciò che i cristiani e altre minoranze hanno dovuto subire durante la dittatura comunista. Scoprire che tante persone per anni sono state private della libertà e di diritti considerati “scontati”, vedere le condizioni di vita dei bambini Rom,ha suscitato molte riflessioni, facilmente collegate al tema che era stato scelto prima di partire, ovvero la diversità e la capacità di azione del singolo e della collettività.

In un momento in cui i giovani sono spesso criticati per la superficialità e per la mancanza di empatia, è bello vedere un gruppo di ragazzi pronto a mettersi in gioco e a disposizione per “lasciare il mondo un posto un po' migliore di come l’hanno trovato”, sia che si tratti del sorriso di un bambino che di tinteggiare il cancello della scuola che li ha ospitati o sgomberare e ripulire ilmagazzino.

Con semplicità si sono impegnati a regalare un po' di gioia a chi è meno fortunato, ma – a giudicare dai racconti e dalle riflessioni - quello che hanno ricevuto è molto di più di quello che sono riusciti a dare.

La comunità è rientrata in Italia la notte del 30 luglio 2024 con zaini pieni di ricordi e di esperienze che si porteranno dietro per tutta la vita.



di Samuele Foti

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