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Fede e speranza

“Nessun uomo è un’isola“:

un grido d’amore che esprime la massima interiorità nella consapevolezza dell’irrinunciabile legame con gli altri, senza i quali, siamo noi i primi a morire. Nessun uomo è un’isola

completo in se stesso;

ogni uomo è un pezzo del continente,

una parte del tutto.

Se anche solo una nuvola

venisse lavata via dal mare,

l’Europa ne sarebbe diminuita,

come se le mancasse un promontorio,

come se venisse a mancare

una dimora di amici tuoi,

o la tua stessa casa.

La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,

perché io sono parte dell’umanità.

E dunque non chiedere mai

per chi suona la campana:

essa suona per te.

Un testo altamente introspettivo che invita a riflettere sulle dinamiche relazionali, cardini e fondamenti della vita stessa: se essi vengono meno, sarà un danno irreparabile alla salute mentale e fisica. Eppure oggi si tende a rinchiudersi in se stessi a diventare isola, si comunica poco. Si rimane soli anche nei luoghi affollati. Anche i componenti di una famiglia spesso sono isole; in ogni ambiente di studio o di lavoro non di rado ci scopriamo isole. Ognuno vive in un proprio universo, ognuno ha un’esistenza a se stante, nascosta a tutti gli altri. Oggi, più che in passato, l’individualismo sembra essere l’unico presupposto della nostra società, la base su cui sono costruite l’ economia, la politica, le istituzioni, le nostre vite. Sarà forse questo il motivo principale dell’attuale crisi, che non è solo crisi economica, ma anche esistenziale. Il pensiero vivo di John Donne torna allora presente, torna a invitarci ad uscire dall’egoismo che ci stritola e guardare all’altro da sé, all’umanità tutta. Nessun uomo è un’isola e non solo sul piano strettamente politico-sociale, perché ciascuno di noi appartiene all’umanità tutta, fa parte integrante dell’Universo. Lo comprese bene Ernest Emingway (Nobel 1954) che trasse ispirazione da questa meditazione per scrivere il famoso romanzo “Per chi suona la campana” dove il tema principale è appunto la morte affrontata serenamente per l’amico, per la società, per il bene della patria, nella consapevolezza estrema che ciascuno è una parte del Tutto. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te.


in John Done

di Gio. Ra




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