“Gesù è il Signore”
I nostri occhi sono rivolti verso la Pasqua. Che magnifico mistero. Iniziamo a respirare un'aria nuova, carica della gioia della resurrezione, ricca della presenza di Dio. Quel Cristo, morto sulla croce, è risorto. E non è tutto… egli è il Signore. Ecco uno dei primi annunci kerigmatici della Chiesa: “Gesù è il Signore”. Un'autentica professione di fede, un annuncio ricolmo di gioia. Il Cristo, che, come scrive S. Paolo ai Filippesi, “spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo”, è Signore: è il Kyrios.
Questo è il titolo più tipico e comune che la prima comunità cristiana ha attribuito al Risorto. Un titolo che nell'Antico Testamento era riservato solo a Dio e sostituiva il nome stesso di Dio. Ecco perché il Cristo che è risorto dai morti è il Signore. Egli è Colui che è e che c’è, il Vivente. Riconoscere Gesù come Signore della nostra vita è un qualcosa di veramente importante. Non facendolo non possiamo vivere pienamente da cristiani. Anzi, non vivremmo affatto.È necessario riconoscere la signoria di Cristo. Una signoria non “tirannica”, ma “che salva”. Significa “mettersi sotto le sue ali”, comprendere che non viviamo per noi stessi, bensì per Lui. È Lui il senso e lo scopo della nostra vita. Anche quando tutto va male, quando ci sentiamo schiacciati dai mille pesi che la vita ci mette sulle spalle, Lui è lì, a sostenerci e a farsi carico, ancora una volta, di quella pesantissima croce.Con la Pasqua si celebra la vittoria della vita sulla morte: quella stessa morte che il Signore ha distrutto abbassandosi fino al sacrificio della croce. Quella morte che ci tiene imprigionati tra le catene del peccato; che fa andare in cancrena il nostro cuore. Non basta dire: “Il Signore è risorto!”… c'è bisogno che il Signore risorga dentro noi. È questo il vero significato della Pasqua: lasciare che il Cristo entri a far parte della nostra vita e la “stravolga” con il suo Amore. Pasqua è il giorno in cui quei grossi macigni dell’odio, dell’indifferenza, del peccato, rotolano via; Pasqua è il giorno in cui la terra risplende di nuova luce; Pasqua è il giorno in cui il cuore dell'uomo deve davvero fare spazio a quel Signore che salva.
Vi auguro una fede come quella di Maria di Magdala, semplice, dinamica, che vi faccia correre, mossi dall'amore, incontro all'amato. Vi auguro una fede come quella di Maria, che pur soffrendo sotto la croce, sperimenta la gioia della resurrezione.
Vi auguro una fede come quella di Tommaso, che ha bisogno, ancora una volta, di sperimentare la presenza di Gesù, affinché possiate esclamare anche voi come lui: “mio Signore e mio Dio”.
Buona Pasqua!
Foto: Getty images
Louis Manuguerra
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