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GMG: ALIMENTIAMO L’ENTUSIASMO

“Il ricordo [della Giornata Mondiale della Gioventù] non è per stare impacchettato o in un album di foto. È un ricordo vivo e voi dovete mantenerlo vivo.” Così si rivolge ai giovani della GMG Papa Francesco in un video messaggio del 9 settembre scorso registrato dal card. Aguiar, vescovo ausiliare di Lisbona. Il Pontefice li esorta alla condivisione della propria esperienza: “E raccontatelo, raccontatelo all’università, raccontatelo a scuola, raccontatelo al lavoro, raccontate quello che avete vissuto, quello che vivete, e soprattutto che cosa avete sentito. Questo vi chiedo ora: siate missionari, siate propagatori, siate testimoni di quello che avete vissuto.” Le parole del Santo Padre non avrebbero bisogno di alcun commento, tanto sono chiare, anche per il mondo degli adulti, spesso tacciati, all’interno della Chiesa, di frenare l’entusiasmo dei giovani, di mettere i bastoni tra le ruote alla loro esigenza di essere protagonisti attivi all’interno della Chiesa, giovani in molti casi delusi o sconfortati da quello che viene percepito, in alcuni ambienti, come un atteggiamento di chiusura della Chiesa alle loro istanze. “Papa Francesco sta gridando che non è più il tempo del giovanilismo di facciata – un certo youth washing praticato da molti anche negli ambienti ecclesiali -, ma del vero protagonismo di tutti,” così si esprimono i Vicepresidenti nazionali del Settore Giovani di Azione Cattolica Emanuela Gitto (cresciuta nella parrocchia Santo Stefano di Milazzo) e Lorenzo Zardi i quali ribadiscono, in un loro intervento pubblicato su “Avvenire”, che anche i giovani del nostro presente, nonostante il distacco di molti dalle comunità ecclesiali, sono “cercatori di Dio”, ma nella Chiesa di oggi “il protagonismo giovanile che occorre ha il profumo della scommessa di una condivisione reale della vita dei giovani.” Il Santo Padre così accoglieva i giovani a Lisbona nella cerimonia del 3 agosto, “Nella Chiesa c’è spazio per tutti, per tutti! […] Il Signore non punta il dito, ma apre le sue braccia. Dio ci ama come siamo, non come vorremmo essere o come la società vorrebbe che fossimo: come siamo.” Papa Francesco, nell’udienza del 9 agosto afferma: “La GMG ha mostrato a tutti che è possibile un altro mondo: un mondo di fratelli e sorelle”, riferendosi anche alla guerra in Ucraina. Una Chiesa, quindi, che accoglie, include, cura le ferite delle persone e dei popoli della Terra. È questa la Chiesa che, quando i giovani la sperimentano nei propri percorsi di crescita, risulta credibile, autentica, una Chiesa per la quale vale la pena spendersi e impegnarsi. Purtroppo, in alcune realtà ecclesiali sono varie le difficoltà di relazione con il magmatico universo giovanile, con una incomunicabilità di fondo che ha varie ragioni, la prima delle quali va ricercata proprio nella crisi del mondo degli adulti, nella loro sostanziale mancanza di credibilità. Tocca proprio a noi adulti non spegnere l’entusiasmo dei giovani, alimentarlo, affiancarli, accompagnarli, sostenerli e, soprattutto, accoglierli: l’esortazione a “brillare, ascoltare, non temere” dell’omelia di Papa Francesco, rivolta ai giovani della GMG, è valida anche per gli adulti.


di Alessandro Di Bella



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