Il Dio che ha bisogno dell’uomo “The Chosen”, fenomeno mediatico, ispira
“The Chosen” (Il prescelto) è il titolo di una serie statunitense che sta spopolando sul web, in particolare tra le giovani generazioni e che prova a raccontare la vicenda umana di Gesù di Nazareth dall’insolita prospettiva dei discepoli e degli apostoli. E sono proprio alcuni degli apostoli i protagonisti di una delle puntate, a mio avviso, tra le più significative. Sono spaesati e confusi, stanno seguendo una persona che in un modo o in un altro sta cambiando la Dloro vita, uno che si rivela essere il Messia atteso da Israele ma che, allo stesso tempo, è così diverso da come se lo immaginavano, da come era stato loro raccontato e annunciato da secoli: è un uomo tra gli uomini questo Rabbì di Galilea, non addestra eserciti pronti a combattere, ma incontra gente, guarisce malati, accoglie peccatori e tutto ciò li disorienta. Nel bel mezzo del dibattito, ecco arrivare la madre del Maestro, Maria, e le scene diventano ancora più belle e più dense. Questa donna, accolta dagli apostoli, siede con loro, prende parte alla loro discussione e si lascia interrogare sul come tutto è successo, su quale è stato l’inizio, su come ha fatto a credere e ad accogliere. Maria ascolta, tace, riflette, sorride: non riesce ancora a raccontare i singoli eventi, si mostra così tenera e imbarazzata nel voler custodire nel suo cuore quell’annuncio che le ha stravolto l’esistenza con tutto quello che da lì ha preso le mosse. Consegna solo poche parole sui momenti concitati della nascita di questo figlio inatteso. Lei sapeva che stava per dare alla luce il figlio di Dio, era consapevole che l’Eterno si era fatto carne nel suo grembo eppure, nonostante le aspettative, nulla di straordinario quella notte a Betlemme era avvenuto, il parto era stato doloroso come ogni altro parto di una madre e quel bimbo che alla fine le era stato messo tra le braccia non aveva nulla di particolare rispetto a tutti gli altri neonati: “piangeva” - racconta Maria - “il suo pianto e il suo tendere le mani mi fecero capire, per la prima volta, che Lui aveva bisogno di me… Dio aveva bisogno di me”. Il Natale che stiamo celebrando ci ricordi che in quel Bambino posto sulla paglia Dio si consegna alle nostre mani e alle nostre cure e lo fa nel modo più normale e più tenero possibile al punto tale da sconcertare. Si è fatto uomo, si è fatto piccolo affinché, come Maria, possiamo scoprire con stupore che nei piccoli che abbiamo accanto, nei fratelli che ci chiedono gesti di attenzione, nelle complesse vicende umane e sociali che condividiamo e viviamo con il mondo c’è un Dio che necessariamente ha bisogno di noi. Buon Natale!
di Gabriele Panarello
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