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Il futuro è già nel presente

Da più parti il momento storico attuale viene presentato come un periodo di transizione dominato da catastrofi climatiche, ambientali e sanitarie, da ingenti migrazioni umane, da rivolgimenti di ordine politico, economico e sociale tali da alimentare paura, impotenza, sfiducia. Penso fermamente che non si debba cedere al gioco perverso di chi vuole costringerci a vedere la realtà in negativo, di chi vuole privarci della libertà di un punto di vista personale, in ogni caso originale e capace di cambiamento.

Mettersi in gioco, saper usare la propria testa è vivere, l’omologazione è morte, dell’individuo e della collettività. Anche nelle circostanze più negative è necessario cercare l’equilibrio, un punto d’incontro tra posizioni contrastanti e il confronto dialettico, che permettono all’uomo di esprimere tutte le sue potenzialità e, infine, di conoscere se stesso. L’importanza dell’educazione, della formazione risiede, allora, non solo nella trasmissione del sapere e di quelli che consideriamo valori fondanti, ma anche nel guidare i giovani a “scoprirsi”, a “svelare” le proprie potenzialità attraverso il piacere della ricerca. Il futuro è già nel presente, l’ottimismo non è infondato, trova basi solide nell’essenza stessa dell’uomo che necessita soltanto di essere portata alla luce, di essere disvelata. Gli ostacoli, il dolore sono sempre in agguato, ma “la vita non è un gratta e vinci: la vita si abbranca, si azzanna, si conquista”: in maniera diretta il prof. Carmina (deceduto nella tragedia di Ravanusa l’11 dicembre scorso), senza svestire i panni dell’educatore, nell’atto di congedarsi dai suoi alunni con una lettera prima di andare in pensione, così scrive: “usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha; non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi: infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non “adattatevi”, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa: voi non siete il futuro, siete il presente”. E c’è chi ha speso la propria vita al servizio di ciò che riteneva più giusto per se stesso e per gli altri; il giornalista, il cittadino italiano ed europeo David Sassoli ci ha lasciato qualche settimana fa a causa di una grave malattia, ma ha consegnato a noi, attraverso la testimonianza di chi ha vissuto e ha lavorato con lui, una preziosa eredità da far fruttare, come opportunità di crescita personale e sociale; attraverso il ricordo degli amici e dei familiari abbiamo potuto conoscere un uomo autentico, leale, un politico che sapeva leggere la realtà, cogliendo l’essenza, che si interrogava sulla ricaduta sociale delle sue scelte, la cui missione era quella di stare dalla parte degli ultimi, dei più deboli, come lui stesso ha affermato nell’ultimo videomessaggio prima di Natale (23/12/2021): “In quest’ultimo anno abbiamo ascoltato il silenzio del pianeta, abbiamo avuto paura, ma abbiamo reagito e costruito una nuova solidarietà, perché nessuno è sicuro da solo, abbiamo visto nuovi muri e i nostri confini, in alcuni casi, sono diventati confini tra morale e immorale, tra umanità e disumanità…La disuguaglianza non è più tollerabile né accettabile…Il dovere delle istituzioni europee è quello di proteggere i più deboli…La nostra sfida è quella di un mondo nuovo che rispetta le persone, la natura e crede in una nuova economia basata non solo sul profitto di pochi, ma sul benessere di tutti…Il Natale è il periodo della nascita della speranza. La speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini, quando combattiamo contro tutte le ingiustizie”. Non cediamo, dunque, al pessimismo, ma guardiamo alle infinite potenzialità dell’uomo con la consapevolezza di essere cristiani, di essere strumenti di Dio per la costruzione del Suo Regno d’amore.

Buon 2022!


di Tinuccia Russo




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