Il Presepe Narrazione di Dio-Uomo per noi
L’evento dell’Incarnazione di Dio nella storia è “narrato” dal presepe, sempre uguale, pur nelle rivisitazioni a cui è stato sottoposto nel corso dei secoli, come sempre attuale il messaggio del Natale: una forma di catechesi immediata nella sua semplicità e che pone l’accento sulla centralità (non solo fisica) di quel Bambino posto nella mangiatoia, al freddo, in mezzo agli animali.
Il Dio fatto uomo si manifesta in una condizione di debolezza, piuttosto che di forza, si fa debole come l’umanità: qui è la provocazione del messaggio del Natale che sempre ci mette di fronte ad una prospettiva che ribalta le nostre attese e che dovrebbe farci acquisire nella vita uno sguardo diverso, concentrato sul “piccolo” e sul debole. Sì, Natale è la festa della piccolezza e dell’accoglienza perchè Dio sceglie di entrare nella storia umana dalla porta stretta, mostrandosi “ultimo” tra gli ultimi. Pertanto, il presepe è anche la fotografia della realtà del nostro tempo, segnato da tante ferite e da tante fragilità: in esso c’è posto per i migranti, poveri, alla ricerca di un rifugio, senza amici né parenti, in difficoltà e senza prospettive; c’è posto per i perseguitati per motivi politici, culturali e religiosi - gli “altri”, i “diversi”-; c’è posto per ogni bambino malato, maltrattato, abbandonato dai genitori, malmenato e schiavizzato; c’è posto per le vittime della guerra e dell’ingiustizia; c’è posto per chi è ferito nel corpo e nello spirito, per chi lotta, per chi cerca aiuto, ma sente il peso della solitudine. Il Presepe non solo ci fornisce la giusta chiave di lettura della festa del Natale, ma ci illumina anche sulle ragioni della nostra speranza: l’Atteso, Gesù, è sotto i nostri occhi ogni giorno, ha l’aspetto “scandaloso” della sofferenza, ma è anche il segno della tenerezza di Dio verso l’umanità. E noi, spesso, non sappiamo riconoscerlo quando incrocia la nostra strada. Come i pastori, che prima adorano e poi vanno a portare l’annuncio, così anche noi, annunciamo che l’Emmanuele è la promessa di Dio che si è compiuta, che è ancora tempo di sperare, nonostante i mali che ci affliggono!
Ancora una volta, sarà Natale: rimettiamo Gesù al centro e compiamo gesti di solidarietà e di tenerezza, perché solo attraverso di essi possiamo veramente testimoniare che Dio si è donato all’umanità.
di Oriana Scampitelli
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