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Il Signore della Vita trionfa

Un «burnout» del desiderio. In un articolo recentemente letto questa espressione riferita alla situazione della Chiesa oggi in buona parte del mondo occidentale mi ha profondamente colpito. Non è la prima volta che ci troviamo ad analizzare la situazione delle nostre comunità e non serve ripetersi, ma questa associazione di termini, almeno credo, può ben indicare i tratti di questo nostro tempo.

Cosa ci muove? Quale parola ci riscalda il cuore? Quale desiderio ci abita e ci spinge a camminare? Quale novità cerchiamo? …Sono domande che le comunità ecclesiali di oggi e, più in generale, le nostre società non si pongono più, procedendo in avanti per inerzia, meccanicamente e freneticamente, sulla scia di rapide, accattivanti e sbalorditive - quando ci sono - emozioni, ma prive di radici e dunque incapaci di incidere nel profondo della persona umana.

Martha Medeiros, a tal proposito, in una sua bellissima poesia scrive: “Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, (…) Muore lentamente chi evita una passione,chi preferisce il nero al bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore”.

E’ Pasqua e nelle nostre assemblee si proclama e si canta ancora una volta che “Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa” e questo Suo trionfo, la vittoria eterna del Dio fattosi uomo, si estende fino a noi, a ciascuno di noi! E’ la Vita che ha vinto e se almeno un po’ ci crediamo a quello che proclamiamo allora forse questa Pasqua può essere l’occasione per non lasciarci morire, per riaccendere il desiderio nei nostri cuori, per domandarci dove stiamo andando o dove vorremmo andare, cosa ci emoziona davvero, e riconoscere in tutto questo la presenza di un Signore Risorto che abita in noi, nel nostro intimo più profondo, e che cammina con noi.

Lasciamoci incontrare da questo Crocifisso Vivo, lasciamoci toccare da Lui in questa Domenica di Resurrezione attraverso una parola, un gesto buono, una carezza, un momento di silenzio, anche solo un accenno di preghiera, un’esperienza bella, e facciamo sì che questa possibilità di Vita, attraverso le nostre mani, i nostri volti, nostri gesti, la nostra compagnia, arrivi fuori per dissetare un mondo che, forse, non sa più di avere tanta sete.

Buona Pasqua!


di Gabriele Panarello


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