L’ anno pastorale che verrà
Salvo lodevoli esperienze di vita parrocchiale, a proposito per chi ancora la parrocchia è punto di riferimento esistenziale non è dato saperlo e costatarlo, da fine giugno a tutto settembre le già deserte assemblee domenicali quasi evaporano del tutto. Certo tra sagre paesane, feste di madonne e santi “patroni”, Grest di oratori laddove resistono, pellegrinaggi ai rinomati santuari, campiscuola e esercizi spirituali per gruppi ed associazioni, qualcosa sembra sopravvivere di una “cristianità” svuotata di senso negli stili di vita e nei valori che dovrebbero alimentarli anzi, in una società post-moderna in cui Dio è quasi del tutto assente financo nella predicazione degli addetti ai lavori, tutto sembra essere come sempre: in realtà è fumo negli occhi, come fuochi fatui. Piano piano, senza fretta, il parroco si guarda intorno per vedere se ci sono “pecorelle” che tornano all’ovile, magari sollecitato da volenterosi operatori pastorali, s’interroga sul da farsi, da dove ricominciare il cosiddetto “anno pastorale”. La comunità si rimpicciolisce, invecchia, le forze vengono meno, è sempre più problematico trovare gente che s’accosti alla parrocchia o che voglia spendersi in qualcuno dei servizi che la dovrebbero caratterizzare. Se la chiesa fosse una società di servizi o un esercizio commerciale ci sarebbe da chiudere i battenti. La comunione fraterna vissuta in Cristo Signore, il senso di appartenenza ad un corpo, l’entusiasmo di essere nella sequela di Cristo, di fare strada con altri nell’annuncio e testimonianza del Vangelo che anima e cambia la vita, costituiscono gli elementi essenziali motivazionali per un rinnovato cammino. L’arcivescovo, con la sua annunciata “Visita pastorale” che vuole ripartire dal fatto che tutte le comunità portiamo un “tesoro in vasi di creta”, ci ha indicato una direttrice di marcia per l’immediato futuro in linea con il cammino da fare insieme (sinodo) proposto da Papa Francesco alla chiesa cattolica nella “comunione, partecipazione, missione”. In questo frangente storico ci doni lo Spirito Santo di perseverare, pur nella debolezza e nella fragilità, “nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere”. (Cf. Atti degli Apostoli) Per una chiesa di fratelli, sinodale, che per la forza dello Spirito annuncia con franchezza e testimonia il Regno di Dio e il Signore Gesù Cristo, nella quotidianità.
di Mons. Santino Colosi
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