L’esegesi biblicaPer la formazione personale e comunitaria dei credenti
Disconoscere il valore che assume la singola parola all’interno di un testo è il paradosso dell’ipercomunicazione che caratterizza il nostro tempo. Comprendere, analizzare, interpretare, essere capaci di comunicare ad altri il messaggio di una pagina scritta sono attività sconosciute ai più o praticate da pochi, che suscitano diffidenza in chi non ha tempo da perdere.
Ci professiamo cristiani senza conoscere bene le Scritture; chi sa, per esempio, quale evangelista riporta la parabola del Padre misericordioso o cosa sono i “vangeli sinottici”? Ci stupiamo, tuttavia, quando qualcuno dimostra di conoscere la Bibbia a menadito. E’ giusto precisare che avere fede non significa ricordare a memoria il numero dei versetti dei passi biblici, ma, per onestà, è anche giusto sottolineare che, se nella Scrittura la comunità dei credenti “ha la sua unità e… si dischiude il senso che tiene unito il tutto” (Benedetto XVI), diventa indispensabile accostarsi alla lettura e all’interpretazione del testo biblico.
Sarebbe auspicabile che nelle parrocchie fosse presente il servizio della esegesi biblica, rivolto alla formazione personale e comunitaria degli adulti. Molti potrebbero sperimentare la gioia di vedere disvelati davanti ai propri occhi significati profondi che parlano della bontà, della cura che Dio ha nei confronti delle sue creature, ma anche della Sapienza con cui, nella sua opera creatrice, Egli ha dato un senso a tutto. Si potrebbe capire così che le pagine della Genesi, lungi dal volere presentare una spiegazione scientifica dell’origine del mondo e dell’uomo, sono intrise di sapore, di senso, in quanto ogni elemento creato è in sé segno, dono di vita: la creazione e la separazione della luce dalle tenebre, per esempio, sono promessa di un bene che sconfigge l’oscurità del male. Un aspetto fondamentale dell’esegesi biblica riguarda poi il rapporto che intercorre tra la Parola di Dio e la Scrittura, due realtà diverse e interdipendenti; la prima è una realtà vivente, operante, efficace (Eb 4, 12-13), è la parola creatrice (Eb 11,3): Dio parla e la potenza della sua parola si manifesta nella creazione, nella storia;è rivelazione di Dio che si accompagna all’invio del suo spirito. Nel Nuovo Testamento Cristo, l’Unigenito del Padre, è la Parola di Dio, il Logos che era in principio presso Dio, che era Dio e per mezzo del quale tutto è stato fatto (Gv 1,1 ss); Egli si è fatto carne nascendo da donna per la potenza dello Spirito santo; la Parola di Dio è il Figlio che narra il Padre, che rivela ai credenti il Dio che nessuno ha mai visto (Gv 1,18). La Scrittura, invece, si può definire come ciò che contiene il mistero della salvezza, che trova in Cristo il suo centro. L’esegesi biblica, la spiegazione, cioè, della Scrittura sotto la guida dello Spirito santo ci conduce, quindi, dall’espressione letterale alle profondità del mistero di un Dio fattosi carne per infinito amore, alle profondità del mistero dove ad attenderci c’è Cristo Gesù.
di Tinuccia Russo
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