La crisi come opportunità
Proprio in questi giorni, con la grazia di Dio, festeggio il mio compleanno: un’occasione per ripensare il cammino fin qui fatto. A pelle non posso non notare che oggi vivo in una società assolutamente diversa da quella in cui sono nato, in una chiesa profondamente segnata dalle vicende della contemporaneità quasi straziata da polarizzazioni esasperate, in un mondo tremendamente in bilico tra cambiamenti climatici e a rischio di una guerra globale. È un cambiamento d’epoca, di paradigmi cognitivi, di stili di vita, di comprensione del destino dell’uomo, che può travolgermi. La destrutturazione di ciò che davamo per scontato, il venir meno di consolidate certezze anche scientifiche, la precarietà dei nostri giorni, suscitano angoscia, dolore, quasi un lutto per il mondo perduto e alimentano un senso di impotenza nei confronti del futuro che ci attende. Crisi profonda! E tuttavia… Che abbia ragione Albert Einstein? “La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato”. E per quanto concerne il futuro della Chiesa, il teologo ceco Tomáš Halik, afferma: “Ritengo la crisi attuale un crocevia, nel quale si apre la possibilità di giungere a un’epoca nuova, ‘pomeridiana’ della storia del cristianesimo… È giunto il tempo del superamento di sé del cristianesimo”. In questo tempo, vissuto come kairós, tempo di nuove opportunità, conceda il Signore della storia a ciascuno di noi, alla chiesa comunità dei credenti, di ascoltare ancora il suo comando “esci dalla tua terra”, di mettersi per strada, fidandosi delle sue promesse, congiuntamente attuando l’appello “venite dietro a me”.
di Mons. Santino Colosi
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