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La Parrocchia del domani. Una pastorale d’insieme a servizio del territorio

I dati delle ultime settimane sulla pandemia ci confortano: le vaccinazioni e l’arrivo della bella stagione stanno dando una svolta positiva alla lotta contro il covid e la speranza di uscire, poco a poco, dallo stato di disagio e di precarietà, in cui da mesi ci troviamo a vivere, è molta.

Come dopo un uragano, tutto quello che ci circonda siano relazioni interpersonali, stili di vita, attività lavorative,... necessitano di una vera e propria ricostruzione, di un profondo ripensamento e la comunità cristiana, se davvero vive radicata nella realtà, non può, anch’essa , sottrarsi a questa attenta riflessione.

Alcune importanti domande devono scuotere ogni consacrato e ogni battezzato che quotidianamente tenta di rimanere nella sequela del Signore: tra le mille mutazioni e le innumerevoli indifferenze della nostra epoca, come possiamo riuscire a rendere possibile per i nostri fratelli e le nostre sorelle l’incontro personale con Cristo Gesù? A suscitarne il desiderio? E una volta che l’incontro c’è stato, come fare affinché questa non rimanga un’esperienza tra le tante, ma trovi radicamento nel cuore di ognuno, alimentando così l’amicizia con questo Maestro che dona salvezza e che da senso compiuto alla vita? Certo, per amore di verità, bisogna dire che nella Chiesa, nelle parrocchie - anche nella nostra comunità pozzogottese - riflessioni di questo tipo non sono il frutto esclusivamente del covid-19: sgombrato il campo dalle cerimonie, dai momenti ricreatevi, dai riti devozionali e dalle tradizioni paesane, l’esigenza di un ripensamento del vissuto in sé delle comunità - in Italia e in Europa - si avverte da decenni!

L’urgenza adesso di trovare strade nuove per invertire la rotta di questa desertificazione può portare, a più livelli nella Chiesa, ad un cambio di forme, di denominazioni (come ad esempio passare dalla parrocchia all’ unità pastorale!), di schemi che però lascino rovinosamente immutata la sostanza; non si può addivenire a svolte macroscopiche e di portata generale che non riescano però a guardare al fondo delle particolarità e delle peculiarità di uno specifico territorio e/o di una data collettività. Poco meno di un anno fa, nel pieno della prima ondata pandemica, la Congregazione per il Clero ha consegnato alla Chiesa Universale un’istruzione dal titolo: “La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa”, in cui per l’appunto tenendo a mente le domande di cui sopra si vuole evidenziale il bisogno vitale di una conversione pastorale in senso missionario delle comunità parrocchiali in contesti ambientali e culturali profondamente modificati, e si offrono degli strumenti per una reale riforma (se necessario anche strutturale dei territori) orientata ad uno stile di comunione e collaborazione, di incontro e di vicinanza, di misericordia e di sollecitudine per l’annuncio della stessa e sempre uguale nel tempo Bella Notizia per ciascun uomo e ciascuna donna di ogni cultura, popolo, lingua, estrazione sociale. Nel documento si sottolinea come la parrocchia sia stata e continui a rimanere, per la sua natura di “chiesa tra le case”, un luogo imprescindibile per l’incontro e la relazione viva con il Signore e con i fratelli ma al tempo stesso si riconosce che per poter ancora essere il centro propulsore e di più immediata portata dell’evangelizzazione, essa, confrontandosi con il il mondo circostante, debba poter esplorare con creatività e coraggio vie e strumenti nuovi attuando una “pastorale d’insieme”.

Con questo termine si intende dire sostanzialmente che la parrocchia, non rimanendo più prigioniera dell’immobilismo e preoccupata solo della “sua” pastorale, deve aprirsi al territorio superando nei fatti l’idea del confine e muoversi attuando una vitale collaborazione - pur nel rispetto dei ruoli e delle differenze - tra presbiteri, diaconi, consacrati e laici, nonché tra le diverse comunità parrocchiali di una stessa area preoccupandosi così di leggere insieme le dinamiche e i contesti socio-culturali per individuare le domande, le difficolta e le sfide comuni riguardanti l’evangelizzazione e cercando di integrare doni, carismi, strade, proposte e mezzi idonei per affrontarle. Lo Spirito Santo che nella recente solennità di Pentecoste abbiamo invocato aiuti questo cammino di autentico e sostanziale rinnovamento affinché la Parola continui a camminare nella Chiesa in uscita: nelle comunità “corpo vivo di Cristo” e tra le case degli uomini del nostro tempo.


di Gabriele Panarello


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