La speranza: anima della vita
«Spes non confundit», «la speranza non delude» (Rm 5,5) è la frase con cui san Paolo nel I secolo, tra le tribolazioni proprie di quel periodo, incoraggiava la comunità cristiana di Roma. Papa Francesco, con le stesse parole dell’apostolo, nella Bolla di indizione per il 2025 del Giubileo ordinario, esorta tutti i cristiani ad avere fiducia, speranza e pazienza perseverante, malgrado nubi minacciose si addensino sul presente e sul futuro dell’umanità. Nel Giubileo straordinario del 2016 sempre papa Francesco ci aveva accompagnato nella riscoperta del “Volto della misericordia” di Dio ed ora con questo nuovo tempo di grazia ci aiuta a prendere consapevolezza che nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, infatti, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Molte sono le persone sfiduciate che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità.
Il testo della Bolla di indizione è lungo e richiede una meditazione attenta per essere chiave di lettura e guida verso l’Anno Santo che la Cristianità si appresta a vivere. Il Giubileo, sembra volerci suggerire il papa, se vissuto con docile apertura all’azione dello Spirito Santo potrà essere l’occasione per rianimare la speranza, quella che non tramonta e che trova la sua radice in Dio. Lo Spirito Santo infatti, con la sua perenne presenza nel cammino della Chiesa, irradia nei credenti la luce della speranza, la tiene accesa come una fiaccola che mai si spegne, per dare sostegno e vigore alla vita. La speranza cristiana non illude e non delude perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore di Dio (cf Rm 8,35 ss.). Questa speranza non cede nelle difficoltà: essa si fonda sulla fede, è nutrita dalla carità, e permette di andare avanti nella vita. Sant’Agostino scriveva a tal proposito: «In qualunque genere di vita, non si vive senza queste tre propensioni dell’anima: credere, sperare, amare».
Molto significativo è anche il logo del Giubileo: quattro figure stilizzate per indicare l’umanità proveniente dai quattro angoli della terra, aggrappate tenacemente alla croce di Cristo. La croce assume in basso la forma di un’àncora ad indicare la stabilità e la sicurezza che in mezzo alle acque agitate della vita possediamo se ci affidiamo al Signore Gesù, crocifisso e risorto, nostra Speranza.Le quattro persone disegnate nel logo sono in cammino. Il pellegrinaggio esprime un elemento fondamentale in ogni evento giubilare: il mettersi in cammino è tipico di chi va alla ricerca del senso della vita ed ha bisogno di momenti forti per nutrire e irrobustire la speranza e per ritrovare la fiducia. Il cammino giubilare è fondamentalmente un percorso di conversione che riguarda tutti e coinvolge a livello individuale e interpersonale. È un percorso di liberazione, di riconciliazione, di perdono. Perdonare non cambia il passato, non può modificare ciò che è giàaccaduto ma può permettere di cambiare il futuro e di vivere in modo diverso, senza rancore e vendetta. Perdonare ed essere perdonati rappresenta un passo decisivo, essenziale e irrinunciabile per il cammino di fede di ciascuno. Nel perdonare gli altri e nel chiedere perdono attraverso il Sacramento della Riconciliazione, permettiamo al Signore di distruggere i nostri peccati, di risanarci il cuore, di rialzarci e di abbracciarci, di farci conoscere il suo volto tenero e compassionevole.
Il Giubileo 2025
di Pina Torre
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