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Nel tempo e nella storia Dio abita tra noi e in noi

Meravigliosa sintesi di tutto il suo Vangelo, il prologo di Giovanni è un mirabile inno al Logos, luce e vita degli uomini e del creato, scaturigine di ogni realtà, che diviene "carne", in tutta la sua debolezza e fragilità, nell'uomo Gesù di Nazareth, perché anche noi possiamo diventare figli, a sua immagine. Quel Dio che mai nessuno ha visto è divenuto carne visibile e tangibile nella persona e nella vita del Figlio. Leggendo il testo si ha l'impressione di essere d'avanti a una montagna inaccessibile: “E' il Dio ignoto, le Gloria invisibile, il Nome ineffabile. Siamo colti come un senso di stupore, di vertigine abissale. Ma ci colma subito di gioia il fatto che il monte è sceso a noi” (cit.). La Gloria di Dio, prima inaccessibile agli uomini, ha piantato la sua tenda in mezzo a noi ed in noi. Questo è il grande progetto del Padre: elevare l'uomo al suo stesso livello, se solo accoglierà Gesù come unico modello della propria esistenza (Fil 2, 6). “Beati gli occhi che vedono quello che voi vedete” (Lc10, 23). Gli occhi di coloro che lo hanno accolto e hanno creduto nel suo Nome, vedono ciò che è precluso a sapienti e dotti.

Intrappolati nella nostra visione di Dio, un Dio che abbiamo spesso rinchiuso all'interno delle nostre costruzioni teologiche, dentro le gabbie del nostro sapere che diventa potere, siamo oramai incapaci di vedere la presenza di Dio che si rivela in Colui che è "l'esegeta del Padre" (1,18), il rivelatore del vero Volto di quel "Deus Absconditus" che si ritrae per fare spazio all'uomo. Saremo anche noi beati quando finalmente compiremo quel passo che ci condurrà ad affermare e a credere con la nostra vita, cioè con le nostre scelte quotidiane, anche quando sono dolorose, che Dio è Gesù e solo in Lui possiamo contemplare quel Volto che nemmeno Mosè poté vedere se non di spalle. Se Gesù è il rivelatore del Volto del Padre, allora con Lui e come Lui siamo chiamati a fare lo stesso: rendere beati gli occhi di coloro che incontriamo, perché percepiscono in noi, nella nostra esistenza, la Presenza misericordiosa del Padre.

Buon Natale!


Santino Coppolino

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