Ogni battezzato sia protagonista nella chiesa Nuovi orizzonti per le parrocchie
“Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce. Si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci.” Scriveva così Papa Francesco al numero 223 dell’Evangelii Gaudium, indicando una strada per le riforme che suggeriva più un metodo con cui abitare il tempo, più che abitare spazi. Oggi il tempo di cambiamenti che vive la Chiesa tutta sembrano inserirsi perfettamente nel tentativo di realizzazione di questo il concetto della superiorità del tempo allo spazio anche nello spazio ecclesiale.
Siamo nel pieno di una stagione ecclesiale importante, che ci pone davanti una nuova immagine di Chiesa, improntata più che sulle riforme delle strutture, sulle persone e sull’ascolto delle loro vite. Il Cammino sinodale della Chiesa italiana annunciato e intrapreso a maggio 2021 rappresenta un percorso che interroga anche i laici. La Carta d’intenti pubblicata al termine della 74a Assemblea generale della CEI segna la roadmap per questo cammino, inevitabilmente inserito nel più ampio percorso del Sinodo sulla Sinodalità che coinvolgerà la Chiesa universale dal 2021 al 2023. Nella carta sopra menzionata, leggiamo che “Lo stile ecclesiale rappresenta la sfida decisiva: esso dovrà essere attento al primato delle persone sulle strutture, alla promozione dell’incontro e del confronto tra le generazioni, alla corresponsabilità di tutti i soggetti, alla valorizzazione delle realtà esistenti, al coraggio di “osare con libertà”, alla capacità di tagliare i rami secchi, incidendo su ciò che serve realmente o va integrato/accorpato. Tutti saremo chiamati a risvegliare quel sensus ecclesiae, che lo stile sinodale è chiamato a far crescere.” Un cambio di paradigma, dunque, nel considerare nuove forme di partecipazione alla vita ecclesiale, attraverso uno stile ecclesiale, che si muova in maniera dinamica dal basso verso l’alto, in uno scambio fecondo tra pastori e laici. Dialogo intergenerazionale, corresponsabilità, coraggio di osare. Le parole chiave espresse dall’Assemblea generale della CEI fanno sorgere interrogativi legati alle realtà – spesso affaticate e segnate da molteplici fragilità – chiamate a vivere in primis questo cammino. Come far sì che quello che si sta vivendo possa coinvolgere realmente la vita dei territori e del popolo di Dio? Quale ruolo per i laici in questo tempo in cui le parrocchie sembrano svuotarsi e il percorso di fede risulta ai più segnato da una scarsa significatività per le proprie vite? Sono tutti interrogativi che portano con sé una complessità legata ad elementi della vita delle persone, della chiesa e della società in cui questa è chiamata ad operare. Il cammino sinodale della Chiesa italiana e il Sinodo sulla Sinodalità si pongono proprio nella direzione di apertura di nuovi spazi di comunità, e di rielaborare (non solo) una riflessione sul tema della partecipazione al loro interno, privilegiando l’ascolto delle persone. Questo è il principale mandato che da laici accogliamo: porci in costante ascolto delle vite delle persone con cui entriamo in contatto, tessendo relazioni di accoglienza e vivendo da testimoni credibili la nostra fede, nella consapevolezza della necessità di impegnarsi nella propria formazione alla vita sociale ed ecclesiale; formazione alla vita laicale che l’Azione cattolica italiana sostiene in maniera capillare su tutto il territorio da più di 150 anni, a servizio della Chiesa e del Paese.
Si aprono davanti nuovi orizzonti per le parrocchie e le realtà ecclesiali tutte: il rinnovamento di cui le nostre comunità saranno capaci si misurerà a partire dalla prossimità e dall’ascolto delle nostre realtà, nei luoghi che viviamo ogni giorno.
di Emanuela Gitto
Vicepresidente nazionale di Azione Cattolica Italiana per il Settore Giovani
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