Ora viene Natale...
Esprimere ciò che sento in questi momenti e non solo, è difficile... mi sento come un limone acerbo che, pur spremendolo con tanta fatica, con tanta volontà, non riesce a fare venire fuori la goccia... Non sono acerbi i miei sentimenti, ma quasi opposti a tutto quello che vivo e magari faccio. Ogni anno si perpetua la Santa, meravigliosa Ricorrenza del Natale per ricordare e ripetere il momento di Salvezza per l'Umanità... sì perché nel momento del Concepimento di Maria Immacolata, Dio si propone di salvare gli uomini con la nascita di Gesù e questo Miracolo assorbito e tramandato tra gli uomini viene nel tempo assimilato, con diverse trasformazioni e ahimè anche deformazioni... Ci prepariamo al Natale con la gioia, e cerchiamo di portare sostegno a tutti coloro che vogliamo bene e a tutti coloro che vivono nel bisogno e nella povertà... ma è così? Davvero lo facciamo o tutto accade nel nostro recinto domestico, quando non accade talvolta solo per noi stessi? In questo mondo in cerca di salvezza, impazza un'immagine falsa del vivere: pubblicità di bellezza e benessere, tavole ricche imbandite di ogni futilità, su cui manca sempre il pane e l'acqua, dove c'è tutto e “niente". Pubblicità di abiti lussuosi e caldi e bambini bellissimi, curatissimi, da vetrina, pubblicità delle termocoperte e di articoli che procurino calore, ed è tutto qui il progresso dell'Occidente di cui io faccio parte con un nodo in gola, perché so bene che la realtà è fatta di gente senza lavoro, di bambini denutriti e senza amore, che non riescono neanche ad avere più sogni .. Intorno e vicino a noi imperversano le guerre... Una guerra come quella in Ucraina che ragione ha? Una guerra tra uomini di potere sulle vite di gente incredula, vessata, distrutta, che scappa, fugge in altre terre, porta i bambini come bagagli, lasciando il resto delle proprie vite; parte rimane in quella terra cercando il lembo più sicuro, tra rottami e macerie. Sono al freddo e al gelo e tanti di questi bambini hanno perso l'alito caldo dei genitori... Mi sento impotente a questo pensiero... ma sento il bisogno e il dovere di dare un aiuto, di cercare il corridoio umanitario perché giungano loro cibi, vestiti e lettere che sostengano il loro corpo e il loro spirito. Diamo per scontato il caldo, oggi limitato delle nostre case, il letto e le coperte, cibo e bevande sulla tavola e siamo comunque scontenti, ci lamentiamo se non ci sono attrazioni adeguate per vivere un Natale in allegria, e non consideriamo che niente è scontato, basti pensare che gli Ucraini vivevano con tutte le risorse necessarie sino a quando, per motivazioni che non possiamo analizzare ma ch
e si intrecciano con ragioni incomprensibili ( non c'è ragione per uccidere), un bel giorno le bombe piovvero dal cielo. Sono precari i rapporti tra gli uomini, come lo sono tra le varie nazioni, come precaria è la vita di tutti, e il dramma dell'Ucraina potrebbe essere il nostro, è anzi ormai il nostro e di tutti Non diamo nulla per scontato, cerchiamo la pace sempre con il vicino, con i congiunti, con chi non conosciamo, è un modo per evitare i grandi conflitti che risiedono prima nei nostri cuori... In questo Natale non facciamo solo propositi, ma gesti, opere, azioni che possano scaldarci dal freddo dell'indifferenza, dell'egoismo che possano essere aliti di calore d'amore per i nostri fratelli vicini e lontani che hanno freddo... Buon Natale!
di Rita Chillemi
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