top of page

Papa Francesco. Un artigiano di Pace

Era l’agosto del 2014 quando, sul volo di ritorno dal viaggio in Corea, rispondendo ad un giornalista, Papa Francesco affermò: “Oggi noi siamo in un mondo in guerra, dappertutto! Qualcuno mi diceva: ‘Lei sa, Padre, che siamo nella Terza Guerra Mondiale, ma ‘a pezzi’? Ha capito? È un mondo in guerra, dove si compiono queste crudeltà”.

Lo sguardo del profeta ha saputo leggere i fatti quotidiani ed ha denunciato l’orrore della guerra sempre incombente e combattuta su diversi “teatri” del nostro mondo con le superpotenze che si sono scontrate più volte sui territori di altri popoli e sulla loro pelle. Dalla fine della seconda guerra mondiale, da circa settant’anni, si dice che il nostro vecchio mondo viva in pace. In realtà, a ben considerare le cose, la guerra l’abbiamo sempre fatta, anche se “a pezzi”. A volte abbiamo temuto il peggio per noi quando siamo stati toccati da vicino perché la guerra ci ha coinvolti come italiani in ipocrite operazioni di “peacekeeping” nel Golfo Persico, in Afganistan, o ha bussato ai nostri confini nazionali nei Balcani, o ha creato situazioni di costante instabilità nel medio-oriente, o siamo stati minacciati da vicino dal terrorismo islamico. Questa volta con l’invasione russa dell’Ucraina viviamo sul filo del rasoio, ad un passo dal baratro della guerra nucleare. Nella pericolosissima situazione della straziante guerra che devasta l’Ucraina ancora una volta si è levata forte la voce del papa: “Davanti alla barbarie dell’uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi non ci sono ragioni strategiche che tengano: c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata, prima che riduca le città a cimiteri. Col dolore nel cuore unisco la mia voce a quella della gente comune, che implora la fine della guerra. In nome di Dio, si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi! Si punti veramente e decisamente sul negoziato, e i corridoi umanitari siano effettivi e sicuri. In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro!”.

Nella videochiamata a Kirill, patriarca di Mosca che ha fatto molto clamore per le sue dichiarazioni sulla guerra, Papa Francesco, con la forza debole degli artigiani di pace, ancora una volta ha ribadito: “Le guerre sono sempre ingiuste. Perché chi paga è il popolo di Dio. I nostri cuori non possono non piangere di fronte ai bambini, alle donne uccise, a tutte le vittime della guerra. La guerra non è mai la strada”.


di Mons. Santino Colosi


Comments


bottom of page